Riforme in cambio di un calo delle tasse. Matteo Renzi propone agli italiani un “patto” da 50 miliardi di euro che per i maligni è teso a recuperare consenso in vista delle amministrative del 2016. Ma proprio ai più smaliziati Renzi rivolge un’alzata di spalle e, ignorandone anche le ironie (“lui non è evoluzione del berlusconismo, lui è proprio Berlusconi”, dice Civati), lancia una sorta di “contratto con gli italiani 2.0” di berlusconiana memoria. Ma che, ed è qui la differenza ribadita anche ieri, ha in sé ben chiari i compiti e le clausole che i contraenti dovranno rispettare. Un do ut des (riforme per calo tasse) tutto a favore dei cittadini, tiene a sottolineare il premier. Quello lanciato da Expo, ha spiega in un’intervista al Tg2 “è un patto che propongo agli italiani: riforme in cambio del taglio delle tasse.
Se le riforme vanno avanti – infatti – saremo in condizione di abbassare di 50 miliardi in 5 anni le tasse agli italiani. Lo abbiamo sempre detto e finalmente dopo tanti anni di immobilismo si può. Abbiamo iniziato con gli 80 euro, l’Irap. Se le riforme andranno avanti e credo che lo faranno, nel 2016 via tutte le tasse sulla prima casa, nel 2017 via una buona parte dell’Ires, nel 2018 scaglioni Irpef”. Quello di Renzi è “un messaggio forte” che traccia netto il solco tra sé e la vecchia politica. Anzi, con i vecchi politici: “per anni – ha osservato- hanno detto ‘vi tassiamo, vi tassiamo, vi tassiamo’. Noi invece, da quando siamo al governo, abbiamo iniziato a restituire soldi che sono degli italiani”. E con il portafoglio pieno, o meno vuoto, il messaggio che arriva è di fiducia, ha assicurato il premier che vede all’orizzonte un Paese “che smette di essere un paese di piagnistei e lamentele e torna a essere locomotiva d’Europa”.