Mai più schiave” è il tema scelto quest'anno dal Quirinale per la Festa internazionale della donna. Al centro il dramma della tratta e dello sfruttamento della prostituzione. Un “turpe fenomeno che non risparmia l'Italia”, l'ha definito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il suo intervento.
Il fenomeno
“Si tratta di uno sfruttamento ignobile a danno di donne, spesso minorenni – ha spiegato – provenienti dalla povertà più estrema, da contesti di guerra, da terre aride, che finiscono nelle reti di crudeli trafficanti di persone. Si tratta, in gran parte, di organizzazioni criminali senza scrupoli, di mafie trasnazionali che lucrano sul corpo e sull'animo delle donne; e che non esitano a ricorrere alle minacce, alla violenza e alla coercizione più brutale”.
Schiavitù
Lo sfruttamento sessuale delle donne, ha ricordato, “è una pratica criminale purtroppo diffusa. È bene chiamare questa condizione con il nome appropriato: schiavitù. Si tratta dell'infame schiavitù del nostro secolo”. Non dovrebbe, ha aggiunto Mattarella, “essere necessario – ma lo è, malauguratamente – ribadire che la civiltà non potrà mai convivere con la schiavitù. Dove questa sussiste, la civiltà è negata. Nessun compromesso, è accettabile. Nessuna tolleranza può essere mascherata da realismo o da opportunismo. La tratta va sradicata. Colpendo chi controlla il traffico delle schiave costrette a prostituirsi. Stroncare il traffico è compito delle forze di polizia, dei magistrati, delle istituzioni nazionali e degli organismi internazionali. Ma tutta la società civile è chiamata a fare la propria parte, agendo con responsabilità e coerenza morale. Nessuno può restare indifferente”. Non solo, “contrastare la tratta vuol dire sottrarsi a ogni complicità con le organizzazioni criminali e prosciugare le aree grigie. Vuol dire spezzare il legame di protezione che, purtroppo, si crea tra la vittima e i suoi aguzzini. Significa che tutti devono aprire gli occhi su una cruda realtà: la domanda di prostitute schiave è alimentata da comportamenti di uomini delle società più prospere”.
Connivenza
La domanda di “prostitute schiave” – ha rimarcato il capo dello Stato – è alimentata “da uomini, di ogni età e censo, che approfittano di queste povere donne, indifferenti davanti alla violenza, alla riduzione in schiavitù, spesso anche di fronte alla minore età delle ragazze. È un fenomeno diffuso, che, in realtà, esprime una acquiescenza se non una tacita connivenza con il crimine“.
La lezione di Lina Merlin
Mattarella ha, poi, invitato a meditare sulle lezioni del passato. “Sessantuno anni fa, una legge dello Stato, promossa da una senatrice, partigiana e costituente – ha sottolineato – dichiarò fuorilegge lo sfruttamento della prostituzione. Dovette lottare, in Parlamento e fuori da esso, contro pregiudizi e stereotipi inaccettabili, duri a morire. Vi erano parlamentari che sostenevano persino che alcune donne nascevano prostitute e pertanto non sarebbero mai cambiate. Quella legge fu una tappa importante nel cammino di liberazione della donna. Oggi quella senatrice, Lina Merlin, sarebbe in prima linea contro la tratta di questo nostro tempo”. Per il Presidente “bisogna andare coerentemente avanti: contro tutte le forme di sfruttamento e violenza nei confronti delle donne, in qualsiasi campo e settore della vita familiare e sociale”.