Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto oggi in dono dai Frati del Sacro Convento di Assisi la “Lampada della pace di San Francesco”. “Interpreto la consegna della Lampada della pace come un riconoscimento all'Italia”, ha detto ad Assisi Mattarella ricevendo il dono. “L'Italia collabora attivamente per promuovere la pace dove non c'è in ogni parte del mondo, anche nei Paesi più lontani. Con la sua azione politica, con la sua azione diplomatica, con le missioni dei suoi militari in luoghi molto lontani, come Timor Est, o meno lontani, come il Libano” ha detto Mattarella. “L'integrazione europea – ha aggiunto – è stata ed è una grande costruzione di pace” e “c'è bisogno di grande impegno per la pace e di educazione alla pace. Ve ne é grande bisogno, di pace, in un periodo in cui si assiste a numerosi e gravi conflitti regionali, a contrasti crudeli e scontri a carattere etnico o per motivi pseudoreligiosi, in un periodo in cui rischiano di venire meno i limiti agli armamenti nucleari”. “La pace – ha concluso il Capo dello Stato – non è un'utopia ma un approdo da costruire, e l'unica via è il dialogo”.
Le motivazioni
“Con questo gesto simbolico, vogliamo additare soprattutto ai giovani, per suo tramite, un testimone credibile della politica e delle istituzioni chiamate a promuoverla”. Lo ha detto stamani padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento di Assisi, ripreso dal Sir, in apertura della cerimonia di consegna della Lampada della pace al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La sua guida luminosa e umile ci consente di alimentare la fiducia e la speranza di vedere ancora un’Italia umana, di poterla costruire insieme – ha aggiunto padre Gambetti -. In lei riconosciamo un presidio dei principi costituzionali e democratici dell’Italia, improntati al confronto e al dialogo con tutti”. A nome dei frati, il Custode ha apprezzato il “vigile impegno” del capo dello Stato “indirizzato a prevenire tutte le forme di odio, di sopruso e di egoismo che minacciano la sicurezza e la pacifica convivenza nel nostro Paese”. “E condividiamo il suo continuo richiamo al senso di appartenenza, a sentirsi comunità di uomini e donne che aderiscono a valori, prospettive, diritti e doveri volti a promuovere una società più libera, giusta e fraterna, che consenta l’integrale sviluppo umano di ogni persona”. Guardando alla situazione nel Paese, p. Gambetti ha evidenziato come “le mancanze di rispetto nei confronti della Costituzione, delle autorità elette e dei più anziani affievoliscono la grammatica dell’identità nazionale”. “Siamo profondamente feriti nella coscienza civica dalla barbarie culturale che sta debordando, anche ai livelli che ancora vorremmo considerare più alti. Per asserire la propria identità di italiani non c’è bisogno di urlarla, di sventolarla o di chiudersi”. Quindi, l’auspicio che il Parlamento “fosse nuovamente esempio di dialogo, in particolare per i più giovani”. “Solo così il nostro popolo potrà ancora ancora esercitare il proprio diritto di sovranità, senza svenderlo all’uomo forte di turno”. Tracciando il profilo del leader, il francescano ha indicato “uomini umili e saggi per governare, che non amino il protagonismo dei narcisisti, non facciano continuamente propaganda e si pongano in modo garbato”. “Cerchiamo persone salde in se stesse e non in virtù dei consensi, capaci di dialogo, di ponderazione e di creatività. Come Liliana Segre che, nonostante gli atti di sgarbatezza e di odio di cui ancor oggi è vittima, continua ad illustrare ‘la Patria con altissimi meriti in campo sociale’”.
Cerimoniale
Alla cerimonia di consegna, che si è tenuta nella Basilica Superiore di San Francesco, hanno preso parte, fra gli altri, il Legato Pontificio per la Basilica di San Francesco, Card. Agostino Vallini, il Presidente della Cei, Card. Gualtiero Bassetti, il Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti e il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Nel corso della visita ad Assisi, il Capo dello Stato visiterà la Tomba di San Francesco, incontrerà la comunità francescana e assisterà stasera al 34° Concerto di Natale. Il riconoscimento, nelle ultime edizioni, era stato assegnato al Presidente delle Repubblica Colombiana, Juan Manuel Santos, “per lo sforzo tenuto nei processi di riconciliazione con le Farc”; alla Cancelliera tedesca, Angela Merkel che “nella sua Germania e in Europa, si è distinta nell'opera di conciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli”; e al Re di Giordania, Abdullah II, per “la sua azione e il suo impegno tesi a promuovere i diritti umani, l’armonia tra fedi diverse e l'accoglienza dei rifugiati”.