Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella mette in guardia dai rischi dell'astensionismo in vista delle prossime elezioni politiche. Lo ha fatto nel corso di una intervista concessa a Famiglia Cristiana in occasione del 70° anniversario della Costituzione. Negli stralci anticipati dal settimanale che sarà in edicola domani, Mattarella afferma tra l'altro: “Non ho mai condiviso l'osservazione che, in fondo, va bene così perché molte democrazie sono caratterizzate da basse affluenze al voto”. “L'Italia ha una tradizione di ampia partecipazione – sottolinea il Capo dello Stato – Una sua forte diminuzione costituirebbe il sintomo di un indebolimento della fiducia nelle istituzioni comuni e quindi uno stato di salute meno florido della democrazia”.
Le istituzioni
Mattarella parla anche delle istituzioni e dei rapporti con i cittadini: “Non si può configurare una contrapposizione tra istituzioni mal frequentate e una mitizzata, ideale società civile: sappiamo che non è così. Anche i cittadini devono essere disponibili a un dialogo – sostiene il Presidente – a sollecitazioni costruttive, al desiderio-dovere di comprendere, ed eventualmente criticare scelte politiche prima di giudicarle sommariamente. Allo stesso modo la responsabilità verso la nostra comunità nazionale, la Repubblica, ricade anzitutto, e in misura prevalente, su chi ha chiesto e ottenuto di assumere compiti istituzionali ma essa si pone anche su ciascuno di noi cittadini, chiamati a far la nostra parte, nei ruoli propri, per il bene comune. Chi avverte autenticamente il proprio status di cittadino non si sente un creditore che esige soltanto ma avverte che siamo tutti, contemporaneamente, creditori e debitori nei nostri comportamenti. Nessuno deve chiamarsi fuori o limitarsi a guardare” conclude Mattarella.
Il rispetto della Costituzione
Il Capo dello Stato ha ricordato poi come la Carta rappresenti un modello per altri Paesi: “La nostra Costituzione, nella sua prima parte (principi, diritti e doveri, rapporto tra i cittadini, e tra essi e lo Stato) esprime con grande efficacia i migliori valori di ispirazione della convivenza. Lo fa con norme agili, brevi, dotate di una duttilità che le ha rese costantemente idonee a ricomprendere e disciplinare condizioni mutate nel corso dei decenni. Anche per questo è stata assunta, più volte, a modello cui ispirarsi in Paesi pervenuti più tardi alla democrazia”. Mattarella ha poi aggiunto: “La seconda parte costituisce lo strumento della prima. Da circa trent'anni a questa parte è stata, com'è noto, oggetto di numerosi tentativi di aggiornamento, sovente riusciti quando operati su singole norme o su singoli argomenti. Non andati, invece, a buon fine quando rivolti a cambiarla complessivamente. Ma si tratta, appunto, della parte organizzativa, non di quella che raccoglie i valori di ispirazione. Non sta a me dire se le iniziative di modifica, realizzate o non riuscite, siano state opportune o inopportune. Sta invece a me dire, e far sì, che la Costituzione in vigore venga rispettata e osservata non soltanto nei suoi principi, ma anche nella sua seconda parte”.
L'emergenza lavoro
“La mancanza di lavoro – afferma ancora il Presidente – nonostante negli ultimi tempi si sia registrato un sensibile miglioramento, come risulta anche dai dati dell'Istat dei giorni scorsi, resta l'emergenza principale del nostro Paese. E' un problema fondamentale, particolarmente avvertito in alcune fasce di popolazione (giovani e donne in primo luogo) e nel Mezzogiorno. Scontiamo anzitutto gli effetti della gravissima crisi degli anni passati, che si stanno progressivamente riassorbendo. A essi si affianca il fenomeno dei mutamenti delle forme di occupazione, sospinti dalla tecnologia e dalla globalizzazione. Vanno scomparendo alcuni lavori tradizionali, si affacciano nuove figure professionali. La sfida è di grande impegno. Per vincerla servono inventiva e voglia di mettersi in gioco, per aumentare il ritmo della ripresa economica e far crescere l'occupazione, garantendo, in forme parzialmente nuove ma certe, diritti e sicurezza. Vi è un circuito virtuoso tra il lavoro, la dignità delle persone e la loro piena cittadinanza, la democrazia”.
I giovani e i nipoti
“E' sempre molto interessante stare con loro, le domande sono moltissime. Il dialogo con i giovani è per me fondamentale” sostiene Mattarella. “L'Italia è un grande Paese articolato, complesso e affascinante: il lavoro del presidente della Repubblica è appassionante ma anche pieno di responsabilità, la mia dimensione privata è molto limitata. L'unica rinuncia che non ho fatto è quella del rapporto con i miei nipoti, che mi vengono spesso a trovare. Il più piccolo ha 5 anni, il più grande 22. Parlare con loro è sempre molto istruttivo: lo scambio di notizie su quello che pensano e su quello che vivono è la parte più importante della mia vita 'dietro le quinte', non vi avrei rinunciato per nessuna ragione”.