La voce degli ultimi

venerdƬ 8 Novembre 2024
20.1 C
CittĆ  del Vaticano

La voce degli ultimi

venerdƬ 8 Novembre 2024

Mattarella: “La politica non sia solo scontro”

Sappiamo che la politica comporta anche scontri. Vorrei a questo riguardo ricordare alcune paroleĀ di Aldo Moro. 'Anche se talvolta profondamente divisi… sappiamo di avere in comune ciascuno per la propria strada, la possibilitĆ  e il dovere di andare piĆ¹ lontano e piĆ¹ in alto. Non ĆØ importante che pensiamo le stesse cose, ma la comune accettazione di essenziali ragioni di libertĆ , di rispetto e di dialogo'”. Sono queste le parole che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha pronunciato nel discorso in occasione degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle Istituzioni, delle forze politiche e societĆ  civile.Ā 

Riportiamo il discorso integrale pronunciato dal capo dello Stato.Ā 

“Rivolgo un saluto molto cordiale, attraverso i loro Presidenti, al Parlamento al Governo, alla Corte costituzionale, a quanti sono qui rappresentati. E ringrazio il Presidente del Senato per il suo intervento, gli auguri e per le considerazioni che ha svolto.Ā Nel corso del 2019 sono intervenute le dimissioni del governo costituitosi nellā€™anno precedente, essendo venuto meno il sostegno della coalizione su cui si basava. In Parlamento, secondo i meccanismi previsti dalla Costituzione, si ĆØ formata una nuova e diversa coalizione di maggioranza che ha espresso il nuovo Ministero e gli ha conferito la fiducia.Ā Nel rinnovare il ringraziamento nei confronti dei componenti del Governo precedente per lā€™opera prestata, esprimo gli auguri al Governo di recente costituzione per la sua attivitĆ .

Nella stagione che viviamo il confronto politico assume sovente toni molto aspri; e anche alcuni recenti passaggi parlamentari hanno fatto registrare tensioni.Ā Sappiamo che la politica comporta anche scontri.Ā Vorrei a questo riguardo ricordare alcune parole di Aldo Moro. ā€œAnche se talvolta profondamente divisiā€¦ sappiamo di avere in comune, ciascuno per la propria strada, la possibilitĆ  e il dovere di andare piĆ¹ lontano e piĆ¹ in altoā€. ā€œNon ĆØ importante che pensiamo le stesse coseā€ invece ĆØ di straordinaria importanza ā€“ scriveva – la ā€œcomune accettazione di essenziali ragioni di libertĆ , di rispetto e di dialogoā€.Ā Se ne possono trarre due preziose indicazioni.Ā La prima: chi riveste ruoli istituzionali deve avvertire la responsabilitĆ  di farlo in nome e per conto di tutti i cittadini. Aveva ben presente, Moro, il grave pericolo ā€“ purtroppo confermato dagli eventi successivi ā€“ che corre una societĆ  attraversata da lacerazioni profonde.

Il bene comune ĆØ, appunto, bene di tutti, nessuno escluso. E chi amministra la cosa pubblica, chi ĆØ chiamato al compito di governare esprime, certo, gli orientamenti della maggioranza ma con il dovere di rispettare e garantire la libertĆ  e i diritti degli altri, delle minoranze. Questa ĆØ lā€™essenza della democrazia, che richiede rispetto reciproco.Ā Il rispetto rappresenta il piĆ¹ efficace antidoto allā€™intolleranza, foriera di conseguenze negative.Ā La seconda indicazione ĆØ quella di confrontarsi, con lungimiranza, sulle prospettive, sullā€™ampio orizzonte del futuro.Ā A volte parliamo del futuro come di un domani lontano, cui non dedicare grande attenzione, oppure un domani che giungerĆ  allā€™improvviso.Ā Invece il futuro ĆØ giĆ  cominciato: scrive sulle pagine del nostro presente. Il futuro ci riguarda giĆ  oggi perchĆ© sta cambiando le nostre vite.Ā Questa consapevolezza deve interpellare anche chi assume responsabilitĆ  politiche, istituzionali, di governo e chi, dallā€™opposizione, vi si confronta.

Siamo pienamente dentro un cambiamento vorticoso e inedito. Il mondo in cui ci troviamo ĆØ diverso da quello che abbiamo conosciuto. Il modo in cui viviamo ĆØ differente.Ā Cambiano le tecnologie, gli strumenti della nostra quotidianitĆ , le nostre abitudini. I linguaggi, gli stili di vita, i lavori, i tempi con cui organizziamo le nostre giornate. Cambia lā€™ambiente in cui viviamo, il clima e, in conseguenza di questo, si aggravano gli effetti dei fenomeni naturali sui nostri territori.Ā Eā€™ forse questo uno degli aspetti piĆ¹ evidenti e piĆ¹ dirompenti del cambiamento.Ā Oggi i mutamenti climatici fanno apparire fragili ed esposti i nostri territori. Insicure le popolazioni che si trovano ad affrontare le drammatiche conseguenze di calamitĆ  che sarebbe illusorio definire eccezionali, data la frequenza con la quale si ripetono.

Quanto accade rilancia la necessitĆ  di definire una nuova idea di cura del territorio e della sua difesa, basata sulla prevenzione del rischio, e non centrata sulla fase dellā€™emergenza. Prevenire ĆØ un dovere.Ā Governare le trasformazioni ĆØ possibile. Anche perchĆ© disponiamo di strumenti nuovi ed efficaci. Quelli che – su un altro versante di novitĆ  – ci consegnano le rivoluzioni tecnologica e digitale, con riflessi in tutti gli ambiti della nostra vita.Ā La cultura digitale moltiplica le opportunitĆ , amplia le conoscenze. Ma troppo spesso lā€™accesso a queste possibilitĆ , a queste conoscenze non ĆØ uguale per tutti. Il divario digitale ĆØ sempre piĆ¹ palesemente un fattore di profonde diseguaglianze.Ā Cambiamenti e potenzialitĆ  nuove, di cui abbiamo via via preso coscienza in questi anni, avanzano molto piĆ¹ velocemente e incessantemente di quanto i nostri modelli tradizionali riescano a recepire.Ā Mutamenti climatici e realtĆ  digitale sono paradigmi di un tempo davvero inedito.

Il tradizionale e frequente augurio ā€œfelice anno nuovoā€ esprime il fascino e la suggestione del futuro. Eā€™ paradossale ā€“ proiettati, come giĆ  siamo, nel domani ā€“ che venga contraddetto da spinte e aspirazioni di ritorno a condizioni del passato; a un passato impossibile perchĆ© rimosso dalla realtĆ . Una scelta siffatta condurrebbe inevitabilmente a un rapido e malinconico declino.Ā Non ci si puĆ² limitare a subire gli eventi, lasciando a dinamiche incontrollate il compito di decidere come sarĆ  il mondo nuovo.Ā Tanto piĆ¹ ĆØ necessario questo impegno in quanto assistiamo allā€™emergere di energie nuove, di domande di tanti giovani che, in ogni parte del mondo, chiedono di far valere il loro diritto al futuro. PerchĆ© il loro futuro ĆØ oggi, qui, adesso.

Preparare il futuro, cominciando a viverlo, significa non ignorare quel che si trasforma attorno a noi. Alzare lo sguardo dalle emergenze del presente, non significa in alcun modo parlar dā€™altro.Ā Significa, al contrario, indicare la cornice e un metodo in base ai quali adoperarsi per risolvere i tanti problemi, anche gravi, che ancora attendono soluzioni, guardando oltre il contingente e la mera ricerca di consenso.Ā Ćˆ necessario inoltre misurarsi con la complessitĆ  dei problemi e delle situazioni, assumere decisioni, compiere delle scelte nei tempi richiesti dalla velocitĆ  delle trasformazioni in atto. Stabilire prioritĆ  e concentrare le risorse sui settori strategici per il nostro futuro, fare affidamento su competenze solide, tener conto degli effetti non soltanto immediati di quanto viene deciso.

La fase prolungata di debolezza dellā€™economia ha inciso fortemente sullā€™apparato produttivo del nostro Paese, con pesanti conseguenze occupazionali e gravi fenomeni di disgregazione sociale.Ā Ecco la missione per cui combattere e il nemico da sconfiggere insieme: la mancanza di lavoro, quel lavoro indicato come fondamento della nostra Repubblica. Il lavoro che, quando cā€™ĆØ, ĆØ sovente precario o sottopagato.Ā Serve il lavoro, remunerato e tutelato, anche nella sicurezza, come rimedio alla frammentazione sociale e come elemento centrale della ripresa economica.Ā Un lavoro che possa essere il risultato di investimenti che accrescano la produttivitĆ  del sistema e che affrontino i nodi che frenano lo sviluppo.

La stessa ferita dellā€™emigrazione forzata di tanti nostri giovani ĆØ frutto di questa situazione di stallo, al cui superamento vanno indirizzati tutti gli sforzi delle Amministrazioni della Repubblica, delle forze economiche e sociali, delle energie dinamiche della societĆ  civile, dei suoi corpi intermedi, del mondo della scienza e della cultura. Una grande alleanza tra le qualitĆ , spesso sottoutilizzate della straordinaria rete di competenze e capacitĆ  imprenditoriali del nostro Paese, dei suoi territori, dei suoi Sindaci. Delle sue Regioni la cui autonomia rappresenta un valore costituzionale e apporta un contributo di grande rilievo che qualifica lā€™unitĆ  nazionale.

Occorre impegnarsi intensamente, valorizzare le professionalitĆ  e le intelligenze. Lā€™Italia ha grandi potenzialitĆ . Le trae dalla sua storia, dai principi fondamentali su cui ĆØ nata la Repubblica. Le ritrova nel suo straordinario patrimonio culturale; e anche nella creativitĆ , nella voglia di fare della nostra gente.Ā Queste potenzialitĆ  possiamo e dobbiamo investirle anche per rafforzare lā€™Unione Europea, di cui siamo fondatori. Ne abbiamo il prestigio, lā€™autorevolezza e lā€™interesse.Ā Lā€™Europa ĆØ casa nostra, e costituisce lā€™ambito di integrazione essenziale per consentire al nostro Paese di misurarsi con questioni divenute ā€“ piaccia o meno – globali e che solo a questo livello possono trovare soluzioni efficaci. In un mondo, i cui gli attori protagonisti hanno ormai dimensioni continentali.

Lā€™Unione Europea ha avviato una fase di importante rifondazione, per la prosecuzione, con coraggio, di un processo di integrazione equilibrato e solidale; e per un ruolo piĆ¹ incisivo in ambito internazionale. Il nostro contributo sarĆ  tanto piĆ¹ significativo quanto piĆ¹ la nostra presenza ai tavoli negoziali saprĆ  essere qualificata nelle proposte e ferma nel sostegno di una visione che valorizzi gli interessi comuni.

Nellā€™incontro di auguri per il 2019 abbiamo accolto, con apprezzamento generale, lā€™elezione di una senatrice alla Presidenza del Senato, questā€™anno salutiamo, con altrettanto apprezzamento, la nuova Presidente della Corte Costituzionale e la nuova guida dellā€™Avvocatura Generale dello Stato. Si tratta di scelte che evidenziano come il merito non trovi ostacoli di genere.

La presenza delle donne ai vertici delle istituzioni e nei ruoli di responsabilitĆ  delle imprese e della societĆ  civile ĆØ uno straordinario fattore di crescita e di equilibrio. Stiamo compiendo passi in avanti, anche se ancora non siamo vicini al traguardo. Resistono divari, e dobbiamo affrontarli con determinazione per superarli al piĆ¹ presto: penso, in particolare, al dato dellā€™occupazione femminile, troppo carente rispetto al resto dellā€™Europa. Il lavoro delle donne ĆØ oggi, per il nostro Paese, la principale opportunitĆ  di crescita e sviluppo.

In questa occasione desidero rinnovare la riconoscenza della Repubblica alla Polizia di Stato, allā€™Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza, agli Organismi di informazione per la sicurezza, a tutte le Forze impegnate, insieme alla Magistratura, per debellare la criminalitĆ , per contrastare lā€™illegalitĆ , per prevenire minacce alla convivenza civile. Nei loro confronti va espressa, insieme agli auguri, lā€™assicurazione della alta considerazione dellā€™impegno profuso.

Profonda gratitudine esprimo alle amministrazioni, ai Servizi e ai Corpi dello Stato. Dai Vigili del Fuoco alla Protezione Civile, dal mondo della sanitĆ  a quello della scuola.Ā Le nostre Forze armate continuano a farsi apprezzare nel mondo per la loro professionalitĆ  e per il loro senso di umanitĆ . Ai nostri militari che trascorreranno le festivitĆ  in missione allā€™estero, formulo gli auguri piĆ¹ cordiali. Come ai tanti volontari, impegnati in diverse parti del mondo in opere di solidarietĆ  e di sostegno allo sviluppo.

Di Forze Armate, Forze dellā€™Ordine, di Corpi dello Stato ricordiamo, con commozione e riconoscenza, quanti sono caduti nellā€™espletamento del dovere.Ā Oggi, al Quirinale – che gli italiani avvertono come la loro casa – sono presenti i vertici politici, istituzionali, amministrativi, delle magistrature, quelli militari, assieme ai rappresentanti delle realtĆ  sociali.Ā Con voi lavorano donne e uomini che si impegnano, ogni giorno, nella vita della Repubblica.Ā A tutti va il mio apprezzamento e il mio grazie, insieme allā€™augurio piĆ¹ sincero di buon Natale e di buon 2020″.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario