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Mattarella incontra Erdogan: colloquio rispettoso e franco

Un colloquio “rispettoso e franco”. Questo è stato il tono delle conversazioni odierne al Quirinale tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il suo omologo turco Recep Tayyib Erdogan, in visita a Roma. Secondo quanto si apprende dal Colle, i due Capi di Stato hanno ribadito le tradizionali posizioni, quella italiana in linea con quella della Ue, dei due Paesi sui principali temi in agenda. I rapporti bilaterali sono buoni e rimane fermo l'interesse dell'Italia che il dialogo con Ankara prosegua. Dopo l'incontro ufficiale, Mattarella ed Erdogan si sono intrattenuti per un momento di “convivialità”. Era presente all'incontro il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano. Nel pomeriggio l'incontro con il premier italiano, Paolo Gentiloni.

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Proteste alla manifestazione anti-Erdogan

Nel frattempo sfocia nella violenza il sit-in di protesta contro la visita di Erdogan a Roma. Nei giardini di Castel Sant'Angelo si sono registrati scontri tra i manifestanti e polizia: un gruppo di partecipanti, dietro lo striscione “Erdogan boia”, ha cercato di partire con un corteo non autorizzato verso San Pietro, zona interdetta alle manifestazioni. La polizia, in tenuta antisommossa, li ha caricati e un manifestante è rimasto ferito; secondo i testimoni è rimasto riverso in terra con il volto insanguinato per diverso tempo. I partecipanti hanno allora intonano diversi cori, e al grido di “Vergogna, vergogna” hanno chiesto di sfilare in corteo. Al vaglio degli investigatori le immagini riprese dalla polizia scientifica per identificare i partecipanti ai disordini. Tra i partecipanti al sit-in anche alcuni esponenti della comunità curda. “Non andremo via finché non rilascerete il nostro compagno che avete fermato”, hanno urlarto i manifestanti alle forze dell'ordine dopo gli scontri. “Ecco la vostra democrazia – ha gridato una donna curda – noi siamo qui a difendere le nostre madri e i nostri figli. Oggi avete perso voi e anche il Papa. Il popolo curdo è qui a chiedere la pace. Avete perso l'umanità”.

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Il presidio è stato promosso dalla Rete Kurdistan che serve a “dire con forza #ErdoganNotWelcome Roma non ti vuole, Roma rifiuta il silenzio complice del governo sui bombardamenti ad Afrin”. Il presidio è al di fuori della green zone dove è stato vietato di manifestare per motivi di sicurezza. Tra gli striscioni esposti “Stato turco assassino”, “Boia Erdogan! Giù le mani dal Kurdistan”, “Erdogan = Turchia autostrada per i terroristi”. Ad aderire alla manifestazione anche la rete “No bavaglio” e la Federazione Nazionale Stampa Italiana. I manifestanti hanno intonato cori come “Assassino Erdogan”. Diversi i blindati, tra cui anche un idrante, a presidio della fortezza rinascimentale

Roma blindata

Blindato il centro di Roma. Diverse le aree off limits nella Capitale, con bonifiche a tappeto e reparti speciali in campo. Per proteggere il presidente turco dal rischio di attentati e tenere lontane le proteste annunciate sono stati mobilitati 3.500 agenti. L'area antistante piazza San Pietro e tutta via della Conciliazione sono state chiuse anche ai pedoni non autorizzati. Molte le pattuglie di polizia dislocate in tutta la zona. All'interno della green zone che va da San Pietro a piazza del Popolo fino al Colosseo e al Circo Massimo non saranno tollerati assembramenti, mentre i percorsi del corteo presidenziale, formato da circa venti automobili accompagnato da un ingente numero di poliziotti in moto, rimangono riservati. Nel corteo vi sono due auto presidenziali, con i vetri oscurati e bandierine, come ulteriore precauzione. 

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