Italiani e argentini sono come “fratelli” e occorre sfruttare “questo rapporto unico al mondo” per mettere il turbo ad una collaborazione bilaterale che ha già ripreso a correre. Lo ha detto Sergio Mattarella alla Casa Rosada di Buenos Aires, dopo un lungo colloquio con il presidente Mauricio Macri, confermando come l’Argentina sia oggi più che mai un interlocutore privilegiato dell’Italia e quanto sull’asse Roma-Baires possa costruirsi un rapporto diverso tra i due Continenti. Magari aiutando a stringere una volta per tutte l’Accordo tra Unione europea e Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale composto da Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela.
“Un mercato di 700 milioni di persone“, ha osservato Mattarella che molto ha insistito sulle comunanze di vedute tra i due Paesi. “Insieme per un sogno, più collaborazione per la crescita e per vincere la povertà”, gli ha fatto Mauricio Macri. Presidente di chiara origine italiana così come quasi la metà della popolazione argentina (circa 20 milioni di persone). “Sono convinto che ci unisce un passato molto ricco, viste le origini italiane di molti argentini, tra i quali io stesso, ma ci unisce ancora di più un futuro condiviso“. Per questo “noi crediamo nell’integrazione Mercosur-Ue” perchè – ha spiegato il presidente argentino – “potrebbe avere effetti molto positivi sull’impiego e per la riduzione della povertà“.
Non a caso alla Casa Rosada sono stati firmati dal ministro degli Esteri Angelino Alfano una serie di importanti accordi bilaterali che spaziano dallo scambio delle informazioni per la lotta contro il crimine e il narcotraffico alla lotta contro i cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni. Parallelamente agli incontri politici nella capitale argentina si è svolto anche un “business forum” con la partecipazione di una cinquantina di aziende italiane. E Macri, proprio parlando alle aziende italiane, non ha nascosto le ambizioni dell’Argentina, in particolare nel settore agro-industriale: “vogliamo smettere di essere il granaio del mondo per diventare il supermercato del mondo”, ha detto.
Pieno accordo anche sulla lotta ai cambiamenti climatici, dossier particolarmente caro all’Italia. “Nessun interesse, neanche economico, è superiore alla difesa dell’ambiente. E’ un dovere storico e l’Italia è molto impegnata”, ha assicurato il presidente Mattarella sottolineando come l’accordo di Parigi sia “importante per difendere meglio il clima”. Ma non basta, è solo un primo passo perché, ha aggiunto, serve “una attuazione completa e effettiva dell’intesa”.
Al di là degli incontri ufficiali c’è stato spazio anche per una parentesi “privata” nella quale – visitando una scuola italiana a Baires – il presidente ha fornito uno spaccato della sua vita al Quirinale confessando di soffrire un pochino la mancanza di tempo libero e non ha nascosto la sua “entusiasta” ammirazione per Papa Francesco. “Non immaginavo di diventare presidente della Repubblica, non era nelle mie previsioni”, ha spiegato ricordando la sua “preoccupazione iniziale per l’impegno, le difficoltà e i grandi problemi di questo ruolo”. Il giudizio sul Pontefice è poi senza sfumature: “Il Papa è amato moltissimo ed è sempre più un punto di riferimento nel mondo. Io ne sono entusiasta”.