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Mattarella firma la legge, ma con rilievi

Il Presidente della Repubblica ha promulgato ieri il decreto Terremoto, convertito in legge dalle Camere la scorsa settimana. La firma di Mattarella, però, è stata accompagnata da una lettera inviata al premier Conte in cui vengono espressi dei rilievi critici

La lettera

“Si tratta di un provvedimento legislativo i cui contenuti sono stati, in sede di conversione, notevolmente ampliati rispetto a quelli originari del decreto legge”, si legge nella lettera, “composto da un solo articolo volto a prorogare e sospendere i termini per adempimenti e versamenti tributari e contributivi”. “Non posso fare a meno”, continua il Presidente, “di segnalare taluni aspetti di criticità […] che, pur non costituendo una palese violazione della legittimità costituzionale, suscitano forti perplessità“. Il testo si conclude rinviando alla “valutazione del governo l'individuazione dei modi e delle forme di un intervento normativo idoneo a ricondurre a maggiore efficacia, in tempi necessariamente brevi, la disciplina in questione”.

Il decreto

Il testo del decreto convertito in legge è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta ufficiale n.170. Notevoli cambiamenti sono contenuti rispetto al provvedimento originario varato dal governo Gentiloni. I lavori parlamentari hanno portato, infatti, all'approvazione di 20 nuovi articoli rispetto all'unico previsto in origine dal precedente esecutivo. Una differenza che Mattarella ha voluto far notare nella sua lettera al Presidente del Consiglio. 

Critiche

Se, da una parte c'è chi critica il governo per aver stravolto il decreto per come era stato concepito, dall'altra non sono mancate accuse di direzione opposta. Infatti, la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni si era detta delusa per la conversione in legge decisa dal Parlamento. “Il decreto sul terremoto non rappresenta alcun cambiamento: è solo una grande presa in giro. Nessuna delle proposte che sono state formulate in questi mesi e in questi giorni dai sindaci dei comuni del cratere e dalle associazioni è stata accolta”, aveva detto l'ex ministro della Gioventù tramite il suo canale Facebook. Dal canto suo, il deputato marchigiano della Lega, Tullio Patassini, relatore di maggioranza nella discussione alla Camera sul dl, aveva difeso l'operato del governo, rivendicando “di avere avuto la possibilità di contribuire finalmente all’avvio di una politica fattuale a fronte delle politiche dei governi Renzi-Gentiloni fatte di ordinanze commissariali anche contraddittorie”. L'onorevole leghista di Macerata aveva inoltre dichiarato: “in un solo mese al governo abbiamo dovuto cercare il rimedio a due anni di non risposte e di errori sostanziali, il che è oggettivamente impossibile”.

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