Maurizio Martina si è dimesso da segretario del Pd. Ad annunciarlo lo stesso ex ministro in una lettera inviata all'ufficio di presidenza.
L'annuncio
“Dopo il nostro Forum nazionale tenuto a Milano il 27 e 28 ottobre scorsi – scrive – ritengo assolto il mandato affidatomi dall'Assemblea nazionale il 7 luglio scorso quando, eleggendomi, indicava per la mia segreteria una serie di obiettivi utili alla ripartenza del Pd dopo la sconfitta elettorale di marzo. Faccio quindi seguito agli impegni presi, dimettendomi dall'incarico di Segretario e chiedendoti di poter convocare a breve l'Assemblea stessa per gli adempimenti conseguenti. Fino a quel momento garantirò ovviamente per la mia parte un ordinato lavoro di tenuta in attesa delle nuove deliberazioni“.
“Lavoro intenso”
Nella lettera, Martina ringrazia “la presidenza e tutti i componenti dell'Assemblea nazionale per la collaborazione e l'impegno garantito in questa fase molto particolare della vita del nostro partito. Mi piace ricordare uno dei messaggi più forti incontrati in questi mesi di lavoro intenso e appassionato: noi siamo somma, non divisione. Lo dobbiamo alle donne e agli uomini del Partito Democratico e lo dobbiamo all'Italia”.
Obiettivi futuri
Negli ultimi mesi, prosegue, il lavoro svolto ha aiutato “a impostare il percorso d'impegno necessario ai democratici dall'opposizione all'alternativa alle forze che oggi governano pericolosamente il Paese. Siamo tornati in tanti territori, abbiamo cercato di rilanciare l'idea di un partito fianco a fianco alle persone che vogliamo rappresentare, pensando prima di tutto a chi ha di meno e a chi sta peggio. Con la manifestazione di Piazza del Popolo a Roma abbiamo dato voce alla comunità democratica che vuole combattere per un'Italia migliore. Con il Forum di Milano abbiamo cercato di mettere in chiaro gli impegni del nostro riformismo radicale: emancipazione, cittadinanza, ecologia, Europa. Sono davvero convinto che lo spazio dell'alternativa nel paese sia largo e che tocchi ora al Pd muovere l'iniziativa in modo aperto, unitario e plurale. Oggi è giusto definire la nuova fase di questo percorso pensando innanzitutto alle prossime scadenze elettorali e in particolare alle cruciali elezioni europee di fine maggio 2019. Ne va del destino europeo e della nostra democrazia”