La campagna elettorale è finita e chi ha vinto deve “tornare con i pedi per terra” avanzando ipotesi di “governo” praticabili. Questo, in sintesi, il pensiero espresso da Maurizio Martina dopo le consultazioni al Quirinale.
Opposizione
L'esito delle urne, ha spiegato il reggente del Pd, “non ci consente di formulare ipotesi di governo che ci riguardino”. I dem, dunque, restano all'opposizione, nonostante l'apertura condizionata giunta da Luigi Di Maio. Martina ha poi richiamato i quattro punti “essenziali per il Paese” e “centrali per la nostra iniziativa di minoranza parlamentare”.
Punti programmatici
Questi: questione sociale, lotta alle disuguaglianze per ridurre il disagio sociale. “Siamo in campo per rafforzare, in coerenza con il lavoro fatto in questi anni” gli interventi di sostegno sociale, in particolare pensando alla lotta alla precarietà e nuova occupazione. Qui anche il taglio del costo del lavoro a tempo indeterminato, la riduzione delle tasse per chi crea lavoro e del cuneo fiscale per i lavoratori. Il Pd ha poi confermato impegno per la lotta alla povertà, anche con l'estensione del reddito di inclusione. Tra le coordinate programmatiche imprescindibili c'è anche “il controllo della finanza pubblica”. Lo Stato, ha proseguito, deve “essere amministrato come si amministrano le famiglie, bilanciando entrate e uscite“. Altra questione, “lavorare sul tema della gestione del fenomeno migratorio“, con “interventi precisi e non soluzioni propagandistiche”. Senza dimenticare la “conferma del quadro di alleanze internazionali” e il rilancio dell'impegno europeista del Paese.