Si svolgerà il prossimo 20 settembre la nuova udienza della Corte Suprema di New Delhi per prolungare la permanenza in Italia del fuciliere di Marina, Massimiliano Latorre. Il marò è in Italia, da quando la Corte Suprema indiana gli ha concesso il rimpatrio per cure mediche dopo aver subito un ictus a New Delhi nel 2014.
Gli avvocati del militare italiani hanno chiesto un ulteriore prolungamento e finora gli è sempre stato concesso. In realtà, dopo la decisione del Tribunale internazionale per il diritto del mare – che un anno fa, il 24 agosto 2015, ha stabilito la sospensione da parte di India e Italia di tutti i procedimenti giudiziari interni fino alla conclusione del percorso arbitrale avviato dal governo italiano presso il tribunale arbitrale dell’Aja – la Farnesina considera sospesa e quindi priva di valenza giuridica la giurisdizione indiana sul caso.
Il ministero degli Esteri indiano tuttavia mercoledì ha chiarito che la questione non è ancora stata definita e che i due marò restano sotto la giurisdizione della Corte suprema indiana. I due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati dell’uccisione di due pescatori indiani, nel 2012 al largo delle coste del Kerala, attualmente attendono entrambi in Italia la decisione del tribunale arbitrale dell’Aja. Ma la loro odissea, che ha portato sull’orlo della crisi diplomatica Roma e New Delhi, si trascina da oltre quattro anni.