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MARINO: “RESTO FINO AL 2023. LA DESTRA TORNI NELLE FOGNE”

“Non mollare”, “asfaltali”,”resisti”. Per Ignazio Marino la puntata alla festa dell’Unità di Roma è stata una mano santa. I partecipanti hanno espresso solidarietà al sindaco, finito in mezzo al fuoco incrociato dopo il secondo scandalo di Mafia Capitale. Durante la visita Marino è stato circondato dai cronisti e stretto d’assedio da una troupe delle Iene cui il sindaco, protetto dal suo staff che ne ostacola il cammino, ha raccomandato “non fatevi male, non sono un ortopedico”.

Marino ruba il finale a Blade Runner per un intervento infuocato, che ripercorre per intero l’assedio al Campidoglio respinto sin dai primi giorni: “Se dopo il 2023 dovessi scrivere un libro su quello che ho visto – racconta il sindaco di Roma – dovrei iniziare con la frase del film che dice `Ho visto cose che voi umani non avete visto mai’. Ed è quello che ho visto in Campidoglio dopo l’arrivo di una destra che non ha vergogna: tornino dalle fogne da dove sono venuti invece di dare lezioni di democrazia e rigore a noi che siamo i naturali eredi”. “Ricevetti una telefonata del mio predecessore – ha continuato il sindaco – Mi disse ‘so che state cambiando i consigli di amministrazione. Ti posso dare due nomi?’. Io rispondo ma perché hai qualcuno con un curriculum davvero preparato? Silenzio dall’altra parte”. “E dopo mi dice `ma il Pd non ti ha parlato?’ – aggiunge – Io rispondo di no. Qui adesso non c’è quel Pd a cui forse eri abituato tu”.

In due anni, rivendica il sindaco, “abbiamo fatto cambiamenti epocali nonostante una situazione economico-finanziaria drammatica”. E ricorda alcune delle “conquiste” del suo mandato: la gara mondiale per la riqualificazione dell’area Flaminio, il cui esito sarà reso noto il 24 giugno. Lo spostamento dei camion bar dal centro, previsti per la stessa data. Poi le 6 ulteriori stazioni della Metro C che saranno aperte il 29 giugno, dopo anni di stallo. Alla fine della serata cena con Orfini e alcuni fedelissimi: Giovanni Caudo, Francesca Danese, Maurizio Pucci, Marta Leonori, Alfonso Sabella, Alessandra Cattoi, Estella Marino, la presidente dell’Assemblea capitolina, Valeria Baglio, e il capogruppo Pd, Fabrizio Panecaldo. Orfini, nel frattempo, getta acqua sul fuoco delle presunte dimissioni imminenti di Improta e Scozzese, dicendo che ancora non le hanno presentate. La destra insorge per i toni del discorso che l’ex presidente della Regione Lazio Francesco Storace definisce “da anni Settanta”, mentre l’ex sindaco Gianni Alemanno annuncia querela accusando Marino d’aver inventato la telefonata tra loro.

Marino, dal canto suo, si prepara ad un’ennesima settimana di fuoco, forte del sostegno raccolto alla Festa dalla base del Pd: “Ho un dovere morale. Non posso fare un passo indietro neanche di un millimetro. Io non sono stato eletto dai capibastone ma da voi cittadini”, ha affermato dal palco. La sua è una promessa: “Io non vi tradirò. Andremo avanti fino al 2023 e faremo lì il nostro bilancio”.

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