Ricordare uno dei peggiori disastri minerari dell’ultimo secolo e porre conseguente attenzione al dramma del fenomeno migratorio, secondo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è qualcosa che va di pari passo. Questo perché, come spiegato dal Capo di Stato nel suo messaggio di commemorazione per il 61esimo anniversario dalla tragedia di Marcinelle, quanto accaduto alla Bois du Cazier “è un motivo di riflessione verso coloro che oggi cercano anche in Italia opportunità che noi trovammo in altri Paesi e che sollecita attenzione e strategie coerenti da parte dell’Unione Europea”. In quel funesto 8 agosto del 1956, l’incendio alla miniera di carbone belga provocò la morte di 262 persone delle 275 presenti nei cunicoli sotterranei.
La memoria di Marcinelle
Gran parte di quei lavoratori periti nella tragedia (136) erano emigrati italiani: “Le loro fatiche – ha spiegato ancora il presidente – sono state feconde. Esse hanno contribuito a edificare un continente capace di lasciarsi alle spalle le devastazioni della Seconda guerra mondiale e di offrire alle generazioni più giovani un futuro di pace, di crescita economica, di maggiore equità sociale”. E, nel ricordo del loro coraggio, Mattarella ha invitato il Paese a trarre esempio dalla determinazione di chi, lasciando la propria terra, ha gettato le fondamenta di un percorso di integrazione che, a oltre 60 anni di distanza, l’Europa stenta ancora a intraprendere nel concreto: “Mentre onoriamo la loro memoria, siamo esortati a mantenere vivo il senso di riconoscenza per i sacrifici affrontati da tutti i lavoratori italiani, emigrati alla ricerca di un futuro migliore per sé e per le proprie famiglie”.
Visioni divergenti
Ma, al di là degli omaggi alla memoria dei nostri connazionali scomparsi nella miniera di Marcinelle, il parallelismo tra l’emigrazione italiana di quegli anni e quella attualmente in atto in entrata nel nostro Paese, ha incontrato il dissenso del leader della Lega Nord, Matteo Salvini che, in un post apparso via Twitter, si è espresso in modo critico nei confronti del presidente Mattarella: “Mattarella paragona gli italiani emigrati (e morti) nel mondo ai clandestini mantenuti in Italia per fare casino? Si vergogni. Mattarella non parla a nome mio”. Toni immediatamente sottolineati da Paolo Grimoldi, anch’egli esponenti del Carroccio, il quale ha parlato di “memoria infangata”. Secondo il ministro degli Esteri Angelino Alfano, invece, “la tragedia di Marcinelle ci dà ancora oggi la forza di lavorare per un’Europa più coesa e solidale, come l’avevano immaginata i padri fondatori”.