Questa è una Manovra da sostenere, è migliorata, grazie anche al lavoro del Movimento 5 Stelle”. Arrivano parole di ottimismo dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha commentato dal Marocco (dove è in visita) i passi avanti sul tema della Manovra, rivista in alcuni passaggi fondamentali, a cominciare dall'aliquota base della nuova Imu. Una revisione (riduzione al 75%) che, in sostanza, porterà alla fusione dell'imposta con la Tasi, arrivando all'8,6 per mille, con possibilità per gli organi comunali di effettuare un aumento a un massimo di 10,6 (e anche, in caso, una riduzione, fino addirittura all'azzeramento e con annullamento previsto anche per ville e castelli). Previsto per il 2020, invece, il livello dell'11,4 per mille. In pratica, le tasse sugli immobili conosceranno alcuni cambiamenti ma, sulla carta, nessun aumento. Nemmeno effetti immediati poiché, in attesa delle modifiche, la prima rata Imu del 2020 sarà corrispondente “alla metà dell'importo pagato del 2019”. La detrazione, invece, sarà prevista integralmente già a partire dal 2022 sugli immobili usati per l'attività, con “percentuali di deducibilità parziale per i periodi d'imposta 2019 (50%), 2020 e 2021 (60%)”.
Permanenze e modifiche
Se le tasse sugli immobili subiscono qualche variazione, la bozza della Manovra mantiene la plastic tax per i monouso e per tappi ed etichette di plastica. Tassa che comprenderà anche il polistirolo (e anche altri materiali, dalle vaschette in polietilene al tetrapak), mentre saranno esclusi i prodotti riutilizzabili (taniche o i contenitori per la custodia di oggetti) e anche le siringhe. Qualche modifica per la norma sulle auto aziendali e anche sulle indennità dei ministeri, visto che salta in bozza la norma che prevedeva uno stanziamento di 100 milioni: “Lavoreremo in Parlamento per eliminare le tasse su auto aziendali, plastica e zucchero – ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi -. Chiedo a tutti di darci una mano e seguire la nostra battaglia in Parlamento”.