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Manovra bocciata: cosa succede ora?

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La bocciatura della manovra italiana per “violazioni delle regole sul debito” era ampiamente prevedibile dopo i botta e risposta sull'asse Roma-Bruxelles che hanno contraddistinto il dibattito delle ultime settimane.

Scontro

Alle richieste di modifica da parte della Commissione europea hanno fatto da contraltare altrettante conferme del Documento economico finanziario “nei suoi capisaldi” (come li ha definiti il premier Giuseppe Conte). Inevitabile, dunque, lo scontro. E inevitabile sic stantibus rebus l'apertura di una procedura d'infrazione per deficit eccessivo nei confronti del nostro Paese, come emerge dal “rapporto sul debito” redatto dalla stessa Commissione contestualmente al giudizio sulla manovra. “La nostra analisi di oggi – rapporto 126.3 – suggerisce che il criterio del debito deve essere considerato non rispettato – si legge nel documento -. Concludiamo che l’apertura di una procedura per deficit eccessivo basata sul debito è quindi giustificata“. 

L'iter

Il report (come previsto dai Trattati) sarà ora trasmesso ai governi degli Stati membri. Sulla base della loro valutazione la Commissione potrà presentare al Consiglio una raccomandazione in vista dell'apertura della procedura. Attraverso quest'ultima i due organismi Ue potranno chiedere all'Italia specifiche misure di risanamento dei conti da adottare in un tempo compreso fra i 3 e i 6 mesi. Scaduto il termine la Commissione verificherà se gli obiettivi fissati siano stati raggiunti o no. In caso di giudizio positivo l'esecutivo comunitario chiederà al Consiglio (cui spetta la decisione finale) di chiudere l'iter. Se fosse negativo il Consiglio può decidere di imporre sanzioni, le quali possono essere di tre tipi: 1) la trattenuta di una percentuale di Pil; 2) una multa che può andare dallo 0,2 allo 0,5% del Pil; 3) la sospensione, parziale o totale, dei fondi strutturali europei destinati all'Italia. Insieme alle misure punitive, il Consiglio indica obiettivi da raggiungere entro 6 mesi. La valutazione, anche in questo caso, spetta alla Commissione. Se è positiva, il tutto si chiude, altrimenti le sanzioni vengono rinnovate. Ciò che gioca a favore del governo italiano sono le tempistiche, particolarmente lunghe. Per completare il percorso potrebbero volerci sino a due anni

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