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Maggioranza spaccata sulla prescrizione. Ncd vota contro il testo del governo

La maggioranza vacilla e si spacca sulla prescrizione, un tema caldo della riforma della giustizia voluta dal governo. Il testo approdato in commissione alla camera, che allunga della metà i termini per i reati di corruzione, fino ad arrivare a 18 anni, non piace ad Alleanza popolare, formata da Udc ed Ncd, che ha votato contro allineandosi a Forza Italia. “Sono misure inammissibili per un Paese civile” hanno tuonato i deputati centristi. Delusi anche i 5 Stelle che apprezzano l’allungamento dei tempi ma chiedono misure più severe e hanno scelto la strada dell’astensione. Una divisione che, per la maggioranza, si registra anche al Senato, dove slitta l’esame del Ddl corruzione e, soprattutto, dove ci si è fermati sull’emendamento per il falso in bilancio che in tanti, dalle imprese alla politica, non sembrano volere fino in fondo.

Il rinvio secondo il Pd sarebbe determinato anche dal fatto che si attenderebbe la formulazione definitiva del decreto legislativo sulla tenuità del fatto a cui l’emendamento dovrebbe fare riferimento. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha provato a tranquillizzare Ap. “L’esame del provvedimento è solo all’inizio -ha spiegato il Guardasigilli – ma va salvaguardata una specificità dei termini di prescrizione per i reati di corruzione”. Ma, intanto, la frattura resta. E non è un caso che al termine della Commissione, il viceministro Enrico Costa, Ncd ha detto che “il testo in Aula avrà dei correttivi”. “L’aumento della prescrizione si allunga fino a due anni dal primo al secondo grado e di un anno dal secondo grado fino alla Cassazione, insomma si può allungare fino a tre anni. Non ditemi che non è una conquista” ha esclamato la relatrice Sofia Ammoddio (Pd) al termine dei lavori sottolineando che “gli emendamenti del governo sono passati con la riformulazione” e che semplicemente “Fi e Ap non hanno voluto l’aumento per la corruzione”. C’è poi la novità della sospensione,ha chiarito la Ammoddio, visto che si sospende il decorso dei termini di prescrizione a partire da qualunque sentenza di condanna non definitiva, fino a due anni, e per tutti i reati. Le pressioni sono tante, gli interessi altrettanti e nessuno sembra avere interesse ad andare avanti.

L’emendamento sul falso in bilancio è ora direttamente allo studio di Renzi, Boschi, Poletti e Guidi. Ci sono gli interessi delle imprese, che temono. E ci sono anche altri timori, come quelli del Pd per i propri componenti della Commissione giustizia al Senato che potrebbero votare in difformità dalla linea del partito. E non è casuale anche un altro dettaglio della giornata di ieri: il no dei senatori alla richiesta del presidente della commissione Giustizia, Nitto Palma, e del capogruppo Fi Romani di inserire nel calendario la formula “ove concluso in commissione”. Il che significa che il ddl potrà arrivare in Aula anche senza che i commissari abbiano concluso il proprio lavoro. La prescrizione, dunque, continua a essere un tema difficile da affrontare. Su di esso è più volte intervenuta l’Anm chiedendo una riforma. Nel “decalogo della buona giustizia” il sindacato dei giudici ha espressamente richiesto l’abrogazione dell’ex Cirielli e il blocco dopo la sentenza di primo grado.

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