Ignazio Marino non si tocca, Renzi o non Renzi. Matteo Orfini è stato chiarissimo nel ribadire la fiducia del Pd all’attuale Sindaco, sul quale continuano ad addensarsi nubi per lo scandalo Mafia Capitale che ha coinvolto pezzi importanti della sua amministrazione e del partito di maggioranza consiliare. Il presidente dem ha ribadito che il sindaco ha una “legittimazione” popolare e che quindi le parole di Renzi (“fossi in lui non starei tranquillo” aveva detto il premier) sono “uno stimolo”, una sfida da raccogliere.
“La fonte di legittimazione di Ignazio Marino – ha sottolineato – sono i cittadini romani, non resta al suo posto o se ne va perché lo decide Matteo Orfini o il presidente del consiglio, Marino ha vinto le elezioni ed è stato eletto per governare. Il problema non si risolve a battute, le parole dette dal presidente del consiglio sono evidentemente più articolate. Penso che Roma debba accettare la sfida che Renzi lancia, nel momento in cui si chiude mafia capitale bisogna rilanciare l’azione amministrativa”. Il senso del messaggio inviato dal capo del governo sarebbe “Marino dicci se te la senti”. Orfini si è anche detto certo che il prefetto di Roma Franco Gabrielli non commissarierà Roma Capitale. “Dirà che non c’è bisogno dello scioglimento, noi siamo consapevoli della necessità di un salto di qualità dell’azione amministrativa”. Marino stesso, ha spiegato, “è perfettamente consapevole che bisogna fare di più”.
Non la pensa così Beppe Grillo che la primo cittadino della Capitale ha dedicato un post sarcastico sul suo blog dal titolo “Dead man walking”. “Roma è governata da uno zombie – ha esordito il leader del M5S – è un morto che cammina. La sentenza di condanna è stata proclamata dallo studio di Porta a Porta e non ammette appello. Il sindaco, oltre che dai cittadini riuniti al Campidoglio lunedì, è stato scaricato dal suo stesso partito, ma fa finta di niente, tanto a rimetterci sono i cittadini di Roma che pagano le tasse che finiscono nelle casse delle cooperative, dei Buzzi, della mafia, mentre vedono la loro città affogare nel degrado”.
Grillo si è detto certo che Pd voglia “sbarazzarsi di Marino per frenare l’emorragia di voti, ma non vuole perdere il controllo sulla città per evitare che si apra il vaso di Pandora delle cooperative e dei legami con il Pd romano, quindi non vuole che i cittadini si esprimano con il voto: premierebbero gli onesti e la pacchia finirebbe. Ma la città è nel caos istituzionale e amministrativo e non si può più tergiversare. I servizi non sono più garantiti, Roma è sommersa dalla spazzatura e i topi banchettano con i rifiuti da Castel Sant’Angelo a Prati, a due passi da San Pietro Il degrado è palpabile, lo vedi, lo senti”. L’ex comico descrive in modo impietoso il degrado della Città Eterna: “Le richieste di risarcimento per i danni subiti dai veicoli a causa di buche e voragini costano alle casse comunali 20 milioni di euro l’anno. I romani sono in balia delle opportunità politiche del Pd e degli interessi economici della mafia. A volte coincidono”.