Il Movimento 5 Stelle resta nell’Efdd dopo il secco no dell’Alde all’ingresso tra gli europeisti liberali. Ma il nuovo matrimonio con l’Ukip di Nigel Farage non sarà senza conseguenze per i grillini. Nel corso di una conference call con Beppe Grillo e Davide Casaleggio il leader degli euroscettici ha posto tre condizioni: 1) la conferma dell’intenzione di proporre un referendum sull’euro 2) l’esclusione di David Borrelli dal ruolo di copresidente dell’Efdd 3) il non rinnovo a febbraio del contratto per il funzionario pentastellato che ha partecipato alla trattativa per l’ingresso tra i liberali guidati da Guy Verhofstadt.
Il meeting
Dopo il vertice a tre, Farage ha dato il via alla riunione del gruppo con una battuta: “Da quando ho incontrato la prima volta Grillo sapevo che il nostro matrimonio sarebbe durato poco, ma non pensavo così poco..”. Al termine del meeting, durata un paio d’ore, lo stesso leader dell’Ukip ha sancito la ricomposizione del connubio: “Sono contento che ogni differenza tra il movimento di Beppe Grillo e me si sia risolto in maniera amichevole“, dettava in una nota in cui le condizioni dettate sono state indicate come “cambi amministrativi”.
M5s indebolito
Altra vittima indiretta del rientro a casa Efdd è Fabio Massimo Castaldo, da due anni e mezzo candidato alla Vicepresidenza del Parlamento Ue e che durante la riunione ha annunciato che non si ripresenterà alla prestigiosa carica. Anche Piernicola Pedicini, candidato del gruppo alla Presidenza del Parlamento, non correrà per la poltrona che è stata di Schulz. Prima e dopo la riunione del gruppo Efdd, i parlamentari grillini hanno avuto diversi momenti di confronto durante i quali è emerso che dopo il fallimento del passaggio all’Alde restavano solo due opzioni: restare con Farage o consegnarsi all’irrilevanza passando tra i “non iscritti”. Nella riunione col gruppo, a quanto si apprende, almeno un paio di eurodeputati pentastellati, Dario Tamburrano e Marco Valli, hanno espresso il loro disappunto per la conduzione del mancato traghettamento nell’Alde.
Rischio scampato
L’uscita formale dei 17 eurodeputati del M5s dal gruppo Efdd avrebbe comportato per i Cinque Stelle la perdita di personale (circa una ventina di funzionari di gruppo), l’esclusione dell’accesso alle cariche nelle Commissioni parlamentari e il potere di influenza sui principali dossier. Al tempo stesso la fuoriuscita dei pentastellati avrebbe messo a serio repentaglio l’esistenza stessa del gruppo Efdd, attualmente composto da 44 parlamentari. Senza i 17 italiani, ne sarebbero rimasti solo 27: appena due più del limite minimo di 25 (in rappresentanza di sette diverse nazionalità) ammesso nel Parlamento europeo per la costituzione di un gruppo parlamentare.