Continua la polemica sulle fake news dopo l'attacco di Matteo Renzi alla Leopolda 2017. A tornare alla carica è lo stesso segretario del Pd che replica al Movimento 5 Stelle. “Nessuno di noi evoca Russiagate, nessuno di noi chiede leggi per la censura, nessuno di noi fa soldi sul web – ha spiegato – . Chiediamo semplicemente di difendere la libertà degli elettori e dei nostri figli”.
Affondo e replica
I 5 Stelle avevano reagito a stretto giro alla denuncia dell'ex premier attraverso il blog di Beppe Grillo. “Spacciano per inchieste giornalistiche sulle fake news una ricerca condotta da un dipendente di Marco Carrai, fonte, vista la sua estrema vicinanza a Renzi, piuttosto discutibile – si leggeva sul post -. Diciamocelo chiaramente: sembra un giochino apparecchiato su misura al segretario del Pd, oramai in caduta libera”. La risposta di Renzi non si è fatta attendere. “Stanno messi male, non c'è dubbio. Noi non gridiamo al lupo” ha detto puntando l'indice contro il blog grillino che ha “reagito con il consueto stile gridando al complotto, ovviamente complotto 'degli amici di Renzi'”.
Metodo scientifico
Anche Carrai ha negato: “Non esiste. Ecco, questo è un esempio di fake news” ha sottolineato al Corriere della Sera dove annuncia che “stiamo lavorando con uno scienziato di fama internazionale alla creazione di un 'algoritmo verità', che tramite artificial intelligence riesca a capire se una notizia è falsa“. L'altra idea, “è creare una piattaforma di natural language processing che analizzi le fonti giornalistiche e gli articoli correlandoli”. Un intervento, però, è auspicato anche dal presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali Antonello Soro: “Come sempre ci sono spazi perché la legislazione diventi più puntuale, tutte le volte che si sposta il faro dal regime off line a quello online”. Soprattutto, ha aggiunto, “uno dei temi è quello della tempestività degli interventi”.
Verso le urne
In campagna elettorale l'urgenza appare più evidente. Chiusa la Leopolda di Renzi e dopo il nuovo predellino del Cavaliere, anche il M5s ha dichiarato infatti ufficialmente aperta la “corsa” al voto. Una competizione che il M5s ha già ribattezzato un “rally” elettorale che punta, con Di Maio e Di Battista in “pole position”, al traguardo del governo. Obiettivo da raggiungere cercando di tenere a bada l'offensiva fake-news.