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LUNGHI APPLAUSI AI FUNERALI DI CASALEGGIO. RESE PUBBLICHE LE ULTIME VOLONTA’

Un lungo applauso ha accolto il feretro di Gianroberto Casaleggio all’ingresso della basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano dove si sono svolti i funerali in forma privata del cofondatore del Movimento 5 Stelle. Subito dopo la bara è arrivato Beppe Grillo, con i membri dei direttori dei 5 Stelle, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibilia. Gli applausi all’interno della basilica sono durati una decina di minuti. La chiesa era gremita di persone, molte sono rimaste in piedi. La sicurezza del Movimento 5 stelle, organizzata per l’occasione, non ha fatto accedere altre persone oltre ai familiari all’area riservata che si trova accanto all’altare.

Fuori, dietro le transenne molti cittadini, simpatizzanti del movimento e semplici curiosi. Mentre in coda, a lato della chiesa di Santa Maria delle Grazie dove si è svolta la funzione, attenevano familiari, amici e conoscenti. La funzione è stata celebrata da padre Guido Bendinelli, priore del Convento domenicano di S. Maria delle Grazie in Milano. Per la volontà della famiglia in chiesa non sono ammessi operatori tv, fotografi, riprese con telefoni cellulari, striscioni o simboli politici.

Sono stati intanto pubblicati gli ultimi appunti del “Guru” pentastellato. Casaleggio – consapevole del suo precario stato di salute e dei rischi ai quali potrebbero andare incontro i cinquestelle – nei mesi scorsi aveva già preparato una exit strategy: l’azienda nelle mani del figlio Davide; il M5S in quelle del “traghettatore” Beppe che gradualmente dovrebbe affidare la guida politica al direttorio e allo stesso Davide di cui è fraternamente amico.

Nel “testamento” politico di Casaleggio ci sono anche indicazioni chiare con ruoli e compiti. Figura di raccordo tra Milano e Roma dovrebbe essere quella di Roberto Fico: apprezzato dai parlamentari e ritenuto dallo stesso Casaleggio uno dei pentastellati con maggiori capacità di visione strategica. Il M5S dovrà, però, necessariamente cambiare pelle. Va da sé che la creatura politica sia lentamente destinata ad assumere una struttura più tradizionale: quella di un partito. Una necessità, più che una volontà politica, messa in evidenza dalle difficoltà incontrate nelle amministrazioni locali, dove gli eletti con il simbolo del M5S spesso si sono rivelati “non alla altezza del compito” o hanno preso “decisioni contrarie allo statuto”. Così si è fatta strada l’idea di “collegi di garanti”, formati dai parlamentari, incaricati di selezionare la classe politica sul territorio. Se la rivoluzione passa, si tratterebbe di mini-direttori regionali formati dai parlamentari M5S a sostegno dei sindaci e dei consiglieri comunali cinquestelle: una struttura di partito.

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