Dopo aver incassato le tre fiducie sulla riforma elettorale, l’attenzione del Parlamento si sposta ora sul voto finale all’Italicum, che si terrà lunedì sera e che potrebbe svolgersi a scrutinio segreto, se lo chiederà Forza Italia. “Ancora non è finita” sono le prime parole del Premier Matteo Renzi intervistato al Tg2 “Fino a che non si chiuderà aspettiamo prima di fare un bilancio”. “La legge elettorale diventa un simbolo – prosegue – per anni la classe politica è stata inconcludente. Se le cose vanno come spero, allora possiamo dire che abbiamo girato una pagina di una rilevanza pazzesca”. “Sono in tanti a dire ‘manca la democrazia’ e poi abbiamo fatto sette voti sulla legge elettorale soltanto in questa terza lettura, ha infine concluso il leader del Pd parlando delle divisioni nel partito democratico.
“Non esistono leggi elettorali perfette ma l’Italicum lo votiamo perché assicura governabilità all’Italia”, ha dichiarato a nome del Ncd il ministro degli Interni Angelino Alfano, che ha aggiunto che con la nuova legge elettorale “il Governo è più forte». Per Alfano l’Italicum “stabilisce subito chi è il vincitore e al tempo stesso dà voce a chi non vince per poter essere in parlamento a dare rappresentanza agli italiani che non hanno votato chi ha vinto”. La fiducia invece “è stato il rimedio tecnico procedurale politico parlamentare alla scelta di usare il voto segreto. La nostra linea è sempre stata no voto segreto no fiducia dunque conseguentemente sì voto segreto sì fiducia”.
Di diverso parere Forza Italia che attacca Alfano. “Oggi vorremmo tanto scrivere subito di Italicum, di questa violenza inflitta al Parlamento, che trova assai compiaciuto Renzi e i suoi comprimari. Invece no. Altro incombe e interessa più direttamente la vita comune. Ed è la violenza perpetrata contro Milano, i suoi cittadini e l’intera Italia da manipoli di criminali politici vezzeggiati da divi televisivi declinanti e da rapper apologeti della guerriglia urbana”, scrive Il Mattinale, la nota politica dello staff del gruppo FI della Camera dei deputati. “Mentre il governo si occupa di mettere il guinzaglio alla sovranità popolare dirigendola dove vuole la volontà del Giovin Fiorentino con una legge elettorale alla Mussolini, fa specie che l’ultima dichiarazione del ministro dell’Interno Alfano, prima dell’inaugurazione di Expo sia stata: ‘La fiducia sull’Italicum rafforza il governo’. Forse sarebbe stato meglio se invece di esibire trionfalismo per la parata prepotente di Montecitorio, avesse dedicato, oltre che alla tutela della propria poltrona, identica premura alla difesa della città di Milano”, prosegue Il Mattinale.
In casa Pd ancora non è tornata la pace. Ben 38 deputati del partito democratico, infatti, non hanno votato la fiducia sulla legge elettorale presentata dal loro capogruppo. Tra questi, anche nomi importanti quali Bersani, Speranza e Rosi Bindi. L’imbarazzo dovuto all’evidente dissenso interno ha spinto il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini a chiedere alle parti di ricucire lo strappo in vista della riforma costituzionale del Senato, all’esame di Palazzo Madama, dove i voti dei bersaniani sono determinanti, vista la rottura con Fi.