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L'Italia parla nucleare

Nel suo discorso d'insediamento di fine agosto, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, aveva prospettato “un Paese che si alimenti prevalentemente con le energie rinnovabili […] che integri stabilmente nella propria agenda politica il benessere equo e sostenibile”. L'accordo siglato tra la Banca europea degli investimenti e l'Enea (l'AgenziaĀ Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile)Ā va in questa direzione. L'intesa prevede lo stanziamento di circaĀ 250 milioni di euroĀ nel progettoĀ Divertor Test TokamakĀ per la fusione nucleare.

Un Paese sempre piĆ¹ verde

Gli investimenti della Banca Europea rientrano nelĀ Piano Juncker, un consistente pacchetto di finanziamentiĀ orientati verso progetti di produzione diĀ energia nucleare pulita. MiguelĀ Arias CaƱete, Commissario responsabile per l'Azione per il clima e l'energia, ha dichiarato che gli investimenti in questa direzione sono necessariĀ “per raggiungere l'obiettivo di un'Europa climaticamente neutra entro il 2050“. Da quest'esigenza, l'impianto dell'Enea di Frascati, deputato alla ricerca nellaĀ fusione nucleare, che ĆØ una fonte di energia sicura e sostenibile. Nel processo diĀ fusione dei nuclei leggeri di idrogeno o suoi isotopi in un nucleo piĆ¹ pesante, viene liberata una notevole quantitĆ  di energia senza che vengano prodotte scorie radioattive. A differenza dei reattori a fissione, che sono portatori di un'energia potenzialmente esplosiva se non controllata, quelli a fusione si basano su processi di gran lunga piĆ¹ sicuri. Se il plasma, necessario alla fusione dei due nuclei, devia dal processo, questo non va fuori controllo, ma si spegne “di morte naturale”. I progettiĀ made in ItalyĀ sono resi possibili grazie a una serie di cooperazioni, come il progettoĀ Iter, realizzato in Francia in accordo con Unione europea, Cina, Corea, India, Russia e Stati Uniti e che prevede lo sviluppo di iniettori di particelle, i “fasci” che contribuiscono a riscaldare il plasma fino all'innesco delleĀ reazioni di fusione.Ā 

Il progetto

Nel Paese, l'esperimento Divertor Test TokamakĀ ĆØ reso possibile grazie alla partecipazione del Governo, della Regione Lazio e del Consorzio europeo Eurofusion ed ĆØ coordinato da diversi enti di ricerca, fra cui l'UniversitĆ  di Padova. Come spiega al quotidianoĀ AvvenireĀ il professore Piero Martin, membro dell'Executive Board del Dtt, il progetto “si inserisce da protagonista nella 'road map' verso la fusione, che vede impegnati laboratori di tutto il mondo e che avrĆ  come pietre miliari Iter […] eĀ Demo, il primo prototipo di reattore a fusione”. Il tokamak ĆØ un cilindro all'interno del quale, per mezzo dell'elio liquido, si mantiene una temperatura di -270 gradi Celsius. Nel cilindro si trova un altro cilindro piĆ¹ piccolo, in cui si trova il plasma ad altissima temperatura. La coesistenza di un'escursione termica notevole, permette la fusione nucleare. I risultati finora conseguiti dall'Enea vanno nella giusta direzione e – come sottolinea Martin – tre studenti italiani hanno persino ricevuto il Premio annuale della SocietĆ  EuropeaĀ di Fisica per gli studi sulla fisica dei plasmi. La direzione “verde” dei progetti di ricerca italiana avrĆ  una ricaduta positiva anche sulle piccole e medie imprese che investiranno nel settore, come mostra giĆ  il “caso Veneto” sopraccitato. Da quest'angolazione, il futuro si prospetta davvero roseo.Ā 

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