Dopo tre anni di blocco torna a salire l’Irpef. Sono 469 i comuni italiani che hanno deciso di ritoccare verso l’alto la tassazione. Un risultato in chiaro scuro che, tuttavia, dimostra le difficoltà delle pubbliche amministrazioni a finanziarsi: i comuni che non avevano raggiunto il limite imposto dal ministero delle Finanze erano 526. Questo vuol dire che solo 57 comuni non hanno alzato la tassa.
La tassa
“Buona parte degli enti ha già utilizzato completamente la leva fiscale e per quanto riguarda le addizionali i margini si possono ritenere sostanzialmente limitati” scrive la Corte nel Rapporto sulla finanza pubblica. Lo studio, portato avanti dalla Corte dei Conti, sottolinea come l’aumento degli scaglioni dell’imposta sia stato più forte nelle regioni Lombardia; Piemonte e Campania le regioni più colpite.
Le implicazioni
L’Irpef è un’imposta diretta, personale e progressiva che pesa sul reddito da lavoro dipendente e di impresa, come previsto dal testo unico delle imposte sui redditi (d.p.r. 917/1986). Il taglio degli scaglioni su cui si basa la tassa, doveva essere il primo passo per l’avvio della Flat tax che doveva sostituire l’Irpef con un’aliquota fissa al 15%. Nonostante gli annunci della campagna elettorale, dunque, anche per il prossimo anno la tassa piatta non ci sarà, se non per le partite iva che beneficeranno da subito dell’aliquota ridotta.