Per Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni, i due italiani detenuti in India per omicidio, l’incubo è finito. La Corte Suprema ha infatti annullato poche ora fa l’ergastolo cui erano stati condannati per la morte di Francesco Montis, loro amico, avvenuta proprio in territorio indiano. I due potrebbero rientrare in Italia nel prossimo fine settimana, come ha spiegato la madre di Tomaso, Marina Maurizio: “L’ambasciatore Mancini che ha seguito la vicenda e che ringrazio immensamente li porterà da Varanasi e Delhi – ha detto la donna- Quindi farà loro i documenti. Li imbarcherà su un aereo e torneranno a casa presto, forse già entro il fine settimana”.
La telefonata tanto attesa è arrivata in Italia quando in India erano le 10,45 del mattino; è stato lo stesso Mancini a chiamare i genitori di Tomaso ed Elisabetta per informarli della decisione della corte. “Per noi è una gioia immensa -sono state le parole di Marina Maurizio – Sapevamo che i nostri ragazzi non avevano colpe. Ora è giusto che tornino a casa”. La donna ha raccontato l’attesa snervante tra mille dubbi e paure. “E’ durata due giorni l’udienza. Quindi i giudici della corte si sono ritirati in camera di consiglio. Stamane quando qui era con notte è arrivata la sentenza. Ancora non ci posso credere e pensare che avevo in tasca il biglietto ed ero pronta a partire per Nuova Delhi. Lo infileremo in un cassetto per sempre perche’ questa e’ una storia che ha segnato profondamente me e la mia famiglia”.
L’odissea dei due italiani è iniziata nel febbraio del 2010. Erano in vacanza in India con Francesco Montis, 30 anni, di Terralba, provincia di Oristano, amico di Tomaso e fidanzato di Elisabetta. Il 4 febbraio il giovane sardo si sente male: gli amici chiamano immediatamente i soccorsi e contattano l’ambasciata italiana. Francesco morirà poche ore dopo. La giustizia indiana comincia a indagare, e porta in cella a Varanasi Tomaso ed Elisabetta. Secondo gli inquirenti, sul corpo di Francesco ci sarebbero stati dei lividi, segno di una colluttazione.