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LIBIA, L’OMBRA DEI TRAFFICANTI DI ESSERI UMANI DIETRO IL SEQUESTRO DEI 4 ITALIANI

L’ombra dei trafficanti di esseri umani dietro il sequestro di 4 italiani in Libia. A paventare l’ipotesi sono gli inquirenti che in Libia occidentali indagano sul rapimento avvenuto a Mellitah. Il sospetto è che uno o più scafisti possano avere agito per “rappresaglia” contro la missione che punta ad individuare “le navi che salpano dalla Libia per l’Europa”. Lo afferma in un’intervista ad Aki-Adnkronos International l’ambasciatore libico in Italia, Ahmed Safar. “Questi atti criminali – sottolinea l’ambasciatore – vengono di solito risolti pacificamente una volta che i responsabili sono accuratamente identificati”. Safar esclude quindi che il sequestro sia un messaggio all’Italia per il ruolo svolto nella crisi libica. “E’ molto improbabile” che ci siano “motivazioni politiche” dietro il rapimento, spiega l’ambasciatore. “Fino a stamane non ci sono dichiarazioni note” che fanno ipotizzare che i rapitori abbiano un’agenda politica.

Anche le dichiarazioni dell'”autista del veicolo sul quale viaggiavano i lavoratori italiani, al quale è stato permesso di andarsene quasi incolume, indica che i rapitori non hanno ostentato posizioni radicali o politiche”, afferma Safar. “Ovviamente la sicurezza dei quattro lavoratori italiani è la principale preoccupazione al momento – prosegue – e i contatti tra le autorità e la società sono in corso regolarmente”. “Qualsiasi notizia, affermazione e simili che manchino di credibilità non farà altro che infiammare la situazione in quanto rappresenta un tentativo a buon mercato di ottenere vantaggi politici a spese di vite umane”, conclude Safar.

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