Che la libertà di stampa in Italia non stesse messa bene lo sapevamo già, ma il quadro dipinto da Reporter senza frontiere assume tratti preoccupanti. Il nostro Pese è infatti scivolato al 73esimo posto, in mezzo tra Moldavia e Nicaragua, perdendo ben 24 posizioni rispetto al 2013. Alla base di questo deterioramento delle condizioni del giornalismo tricolore ci sarebbero, secondo Rsf, le sempre più frequenti intimidazioni a danno degli addetti ai lavori da parte di organizzazioni criminali e non solo. Il rapporto lo dice chiaramente: “La situazione dei giornalisti è peggiorata nettamente, con un grande incremento di attacchi alle loro proprietà, specie le automobili”.
Danneggiamenti, minacce, e non solo… Lo studio ha registrato almeno 43 casi di aggressione fisica e 7 di incendi ad abitazioni e vetture, sono nei primi dieci mesi dell’anno. Nel rapporto si parla anche di 129 cause di diffamazione “ingiustificate” contro i cronisti, sempre da gennaio a ottobre. Nel 2013 lo stesso dato si era fermato a 84. La maggior parte di queste querele sono state presentate da politici costituendo, per Rsf, una “forma di censura”. I ricercatori citano la mafia italiana tra gli “agenti non statali” che soffocano l’informazione, insieme all’Isis, Boko Haram e ai cartelli della droga latinoamericani.