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Legnini è il nuovo vice presidente del Csm

E’ Giovanni Legnini il nuovo vicepresidente del Csm, eletto con 20 voti favorevoli. Una preferenza è stata espressa a favore del laico del Pd Giuseppe Fanfani, un altro a Teresa Bene, poco prima dichiarata ineleggibile. Tre sono state le schede bianche. Nato nel 1959, sposato e padre di due figli, è stato fino a pochi giorni fa sottosegretario all’economia nel governo di Matteo Renzi. Iscritto nel Pd, nell’esecutivo guidato da Enrico Letta aveva ricoperto il ruolo di sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’editoria e all’attuazione del programma di governo. Avvocato cassazionista è specializzato in diritto dell’impresa e dell’amministrazione. La sua carriera politica è iniziata a 17 anni, nel 1990 è stato eletto sindaco di Roccamontepiano (Chieti), ruolo che ha ricoperto sino al 2002.

Due anni dopo è arrivata la prima elezione a senatore con i Ds, nel cui gruppo è stato dal 2004 al 2006, prima di passare all’Ulivo e da lì al Pd nel 2008. Legnini è stato costantemente presente nella commissione Bilancio e Programmazione Economica, esercitando anche l`incarico di vicepresidente dal 2006 al 2008, nonché membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e del comitato parlamentare per i procedimenti d`accusa. In alcuni periodi ha ricoperto il ruolo di membro della Commissione parlamentare consultiva per l`attuazione della riforma amministrativa, della Commissione per l`infanzia e i minori, della Commissione contenziosa e di membro del Consiglio di Garanzia e della commissione di Vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.

“Il tempo che ha richiesto l’elezione dei nuovi membri del Csm va rapidamente recuperato – ha detto Giorgio Napolitano, che del Csm è presidente – Ora subito al lavoro”. Il capo dello Stato ha evidenziato che l’ampio consenso nei confronti di Legnini accresce “il prestigio dell’istituzione” dandole nuovo slancio. Napolitano si è, infine, augurato “un confronto sereno, non viziato da contrapposizioni”. Il nuovo vicepresidente ha indicato la strada da seguire, che è quella di accettare “la sfida delle riforme”. Secondo Legnini la magistratura “è dovrà essere sempre autonoma, indipendente e imparziale”

 

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