“Continuano le grandi manovre parlamentari di chi chiede a parole una nuova legge elettorale ma in pratica non la vuole, e perde tempo”. Lo ha scritto Matteo Renzi su Facebook. “Come sapete sono un grande sostenitore del ballottaggio – ha aggiunto il segretario del Pd -, perché consente di scegliere ai cittadini anziché costringere agli accordi di palazzo. Ma dopo il No del 4 dicembre alla riforma costituzionale, il ballottaggio in Italia è diventato praticamente impossibile. Anche questa è una delle conseguenze negative del voto referendario“.
La strada per il raggiungimento di un’intesa, nonostante il recente richiamo informale al Parlamento giunto dal presidente Sergio Mattarella, resta, quindi, impervia. Distanti, al momento, le posizioni dei partiti. Forza Italia, scrive in una nota, Silvio Berlusconi “ribadisce anche la necessità di leggi elettorali organiche, omogenee e fra loro coerenti, fra Camera e Senato, come più volte raccomandato dal Capo dello Stato. Occorre una legge elettorale che consenta un’effettiva corrispondenza fra il voto espresso dagli italiani e la rappresentanza in Parlamento, evitando correttivi maggioritari. Forza Italia considera infine necessario che il rapporto fra elettori ed eletti sia garantito attraverso strumenti chiari e realmente efficaci, evitando in ogni caso il ricorso al voto di preferenza“. Una scelta che viene, però, criticata dal Pd che con Matteo Richetti accusa gli azzurri di volere “un altro Porcellum”.
Il Pd si posizione invece su un modello tedesco corretto: 50 per cento proporzionale e 50 per cento maggioritario. Una proposta che fa andare su tutte le furie il Movimento cinque stelle. “Il Pd butta la palla in tribuna con un sistema confusionario e adotta la proposta fatta a suo tempo da Verdini: usciremo da qui dicendo che il Pd ha fatto l’accordo con Verdini” ha sbottato Danilo Toninelli in commissione Affari Costituzionali alla Camera. Secondo l’esponente grillino una legge con questa struttura costringerebbe a ridisegnare i collegi. Ma sul modello tedesco corretto si dice d’accordo la Lega.