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Legge elettorale: ok della direzione Pd al modello tedesco, in Aula il 5 giugno

Via libera della direzione Pd al modello tedesco come base per la prossima legge elettorale. Il patto con Forza Italia e Movimento 5 Stelle è stato ratificato nonostante l’astensione di 33 esponenti dem, fra cui gli orlandiani. Il testo sarà in Aula il 5 giugno prossimo.

Un’accelerazione che sembra portare verso un anticipo delle elezioni tra settembre e ottobre perché, chiarisce il leader dem, “io non sono impaziente, il voto però non è una minaccia ma democrazia“. Ma se il premier Paolo Gentiloni ha partecipato alla direzione dem per testimoniare fisicamente che seguirà le scelte del suo partito, molti ministri, da Angelino Alfano a Andrea Orlando, sono contrari. E Pier Carlo Padoan non ha nascosto le sue preoccupazioni sulla manovra da scrivere “sotto ciclo elettorale“.

Il Pd ha chiuso con Fi la serie di incontri a livello di vertici parlamentari per verificare l’intesa sul sistema tedesco. E dopo l’ok con M5S, anche Fi conferma i pilastri della legge: soglia al 5%, nessun premio di governabilità e nomi dei candidati sulla scheda. “La soglia al 5% è un elemento inamovibile del sistema tedesco – ha chiarito Renzi – e l’altro elemento cardine è che la scheda deve avere i nomi“. No ai “veti” dei piccoli partiti, è la linea del Pd e anche di Silvio Berlusconi che ha smentito un retroscena su una sua contrarietà alla soglia al 5. “Fosse per me la porterei all’8%”, ha rincarato l’ex Cavaliere.

Porta sbattuta in faccia ad Angelino Alfano per il quale “l’impazienza del Pd di portare l’Italia al voto tre o quattro mesi prima in piena legge di stabilità costerà miliardi all’Italia”. Ma il leader di Ap non si perde d’animo e annuncia il suo progetto di aggregare “una coalizione liberale popolare che supererà la soglia”. Per altri motivi e su un altro fronte, c’è il ministro e leader della minoranza Pd Andrea Orlando. “Puntare ad elezioni in autunno rischiando l’esercizio provvisorio di bilancio significherebbe assumersi la responsabilità di un salto nel buio”, hanno protestato 31 senatori legati al Guardasigilli. Il dubbio, ha chiesto Orlando in direzione, è “se questo sistema garantirà stabilità“.

Preoccupato per le difficoltà di approvare la legge di bilancio entro il 31 dicembre in caso di conclusione anticipata della legislatura si dice anche il ministro dell’Economia Padoan. “Sotto ciclo elettorale – ha sostenuto il titolare di via XX Settembre – in Italia ma anche negli altri Paesi, è molto difficile fare dei cambiamenti”. In caso di elezioni tra settembre e ottobre si dovrà infatti fare lo slalom tra impegni con Bruxelles, insediamento del nuovo Parlamento e giuramento del governo su una maggioranza che, con il sistema tedesco, potrebbe formarsi dopo le urne in caso di assenza di un vincitore chiaro.

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