Si è aperta in una Camera deserta la discussione sull’Italicum. In aula erano presenti solo 20 deputati. Un messaggio a Renzi? Non solo, perché tra gli assenti figuravano anche esponenti della sua corrente. Una figuraccia di tutta la classe politica di fronte a un’opinione pubblica sempre più disgustata. Vero che si trattava di una discussione generale, notoriamente poco frequentata, ma in ballo c’era pur sempre una legge elettorale contestatissima dalle opposizioni dalla stessa minoranza Pd. Vedendo profilarsi le nubi Renzi in vista del voto il premier si è rivolto direttamente ai militanti, con una lettera indirizzata ai circoli dem di tutta Italia. Nel testo ha difeso la riforma della legge elettorale, spiegando che le barricate erette dalla minoranza rischiano di affossare il partito.
“Non approvarla – ha sottolineato – significa fermare il cammino di riforme di questa legislatura. E significherebbe dire che il Pd non è la forza che cambia il Paese, ma il partito che blocca il cambiamento. Sarebbe il più grande regalo ai populisti”. Nel messaggio alla base del Pd, riportato da Repubblica.it, Renzi ha avvertito: “se questa legge elettorale non passa è l’idea stessa di Partito democratico come motore del cambiamento dell’Italia che viene meno. Se davanti alle prime difficoltà, anche noi ci arrendiamo come potremo costruire un’Italia migliore per i nostri figli? Se gli organi di un partito (primarie, assemblea, direzione, gruppi parlamentari) indicano una strada e poi noi non la seguiamo come possiamo essere ancora credibili? Abbiamo portato il Pd a prendere tanti voti degli italiani: davvero oggi possiamo fermarci davanti ai veti?”. In ballo, secondo il premier, c’è la stessa”dignità del partito” perché “la prima regola da rispettare in democrazia è quella del consenso interno. Quando ho perso le primarie – ha proseguito – ho riconosciuto che la linea politica doveva darla chi aveva vinto. Adesso non sto chiedendo semplicemente lealtà; sto chiedendo rispetto per una intera comunità che si è espressa più volte su questo argomento, a tutti i livelli. Perché questa legge elettorale l’abbiamo cambiata tre volte per ascoltare tutti, per ascoltarci tutti. Ma a un certo punto bisogna decidere”.
Renzi ha fornito la sua versione sulla genesi dell’Italicum: “Questa legge l’ha voluta il Pd – ha scritto ancora – . L’abbiamo definita una urgenza e ora dovremmo fermarci? L’abbiamo proposta alle primarie del dicembre 2013, con due milioni di persone che ci hanno votato. L’abbiamo ribadita alla prima assemblea a Milano. L’abbiamo votata in direzione a gennaio 2014. L’abbiamo votata, modificata sulla base delle prime richieste della minoranza interna, alla Camera nel marzo 2014. L’abbiamo di nuovo modificata d’accordo con tutta la maggioranza e l’abbiamo votata al Senato nel gennaio 2015. L’abbiamo riportata in direzione nazionale e l’abbiamo votata. Poi abbiamo fatto assemblea dei deputati e l’abbiamo votata ancora una volta. L’abbiamo votata in commissione e adesso siamo alla terza lettura alla Camera, in un confronto parlamentare che è stato puntuale, continuo, rispettoso”.