Regioni in rivolta contro i 4 miliardi di tagli imposti con la legge di Stabilità. Tagli “insostenibili” e che si riverseranno inevitabilmente sulla sanità, avvertono i governatori, o che comporteranno nuove tasse per non far saltare i bilanci locali. Ma le proteste incontrano il muro di Matteo Renzi: non si prendano in giro gli italiani che fanno sacrifici da anni, ha detto il primo ministro, anche le Regioni devono fare la loro parte, cominciando “dai loro sprechi”. E non si minacci di alzare le tasse, perché non sarebbe altro che “una provocazione”, proprio mentre si sta mettendo in campo invece un taglio “epocale” da 18 miliardi.
A far infuriare il presidente della conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino, il fatto che i tagli siano stati inflitti soprattutto a loro, lasciando magari la possibilità di aumentare tasse locali e tariffe: “Abbiamo detto al Governo che siamo pronti con delle proposte che ci consentono di rispettare il saldo dei 4 miliardi di taglio. Ma il grado di complessità tecnico è molto elevato e richiede un confronto per il quale occorre un mandato politico che deve venire da un incontro a Palazzo Chigi”. “Sprechi – ha spiegato il governatore piemontese – ce ne sono a casa di tutti. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma anche i ministeri è bene che accelerino su questo capitolo”.
La vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani annuncia: “Penso che si riuscirà a trovare un punto di equilibrio in un incontro che, sono convinta, ci sarà tra il Presidente del Consiglio e le Regioni”. Un confronto che probabilmente si terrà giovedì 23. Per questa data infatti è stata chiesta la convocazione delle due Conferenze straordinarie Stato-Regioni e Unificata nelle quali si discuterà formalmente dei circa 560 milioni necessari per finanziare le scuole paritarie, il trasporto dei disabili, le borse di studio, il diritto allo studio, che le Regioni devono al Governo entro il 31 ottobre.