Renato Brunetta, prima che il patto del Nazareno s’incrinasse, aveva auspicato che l’elezione del nuovo capo dello Stato avvenisse prima della riapertura dei marcati di oggi. Evidentemente pensava che la scelta del presidente della Repubblica avesse un effetto positivo sulla Borsa. Così non è stato se guardiamo l’esito della sessione odierna di Piazza Affari che ha chiuso piuttosto fiacca, sulla scia dell’andamento ondivago dei principali listini europei. Il Ftse Mib, arrivato a perdere fino ad un punto percentuale in mattinata, ha poi archiviato la giornata limando le perdite intorno allo 0,09% a 20.485 punti. I mercati hanno rallentato con l’ondata di vendite che ha colpito Madrid (-1%) dove a farne le spese sono state soprattutto le banche. A limitare i danni è stata pero’ Wall Street che al momento sta scambiando in territorio positivo (+0,54% alle ore 18 circa). A Milano gli occhi sono andati su Telecom Italia (-2,32%) con il Ceo Patuano che ha frenato su una possibile fusione con Oi, mentre il colosso spagnolo Telefonica potrebbe essere costretto a lanciare un maxi-aumento di capitale.
Segno meno anche per Autogrill (-1,78%), mentre Fca ha chiuso in lieve rialzo (+0,34%) in attesa dei dati sulle immatricolazioni in Italia a gennaio. I movimenti piu’ sostanziosi si sono visti sul mercato del lusso per effetto di uno studio di Goldman Sachs, di cui hanno beneficiato Yoox (+4,69%), Ferragamo (+1,91%) e Moncler (+0,68%), promosse tutte a ‘buy’ (acquistare). Deboli invece Tod’s (-0,99%), bocciata dalla banca d’affari a ‘sell’, e Luxottica (-1,52%) penalizzata dal giudizio di Hsbc. Andamento contrastato infine per i bancari: Intesa e Bpm hanno perso, rispettivamente, l’1,31 e l’1,69%, mentre hanno fatto bene la Bper (+1%) e il Banco Popolare (+1,78%). Giornata di recupero anche per Mps (+2,88%). Lo spread torna a salire: il differenziale tra Btp e Bund tedeschi si attesta a 130 punti.