Appalti poco trasparenti e senza controlli. L’Anticorruzione boccia severamente le procedure di assegnazione delle commesse a Roma, diventate “un porto franco” scevro al rispetto delle regole e “funzionale esclusivamente al raggiungimento di obiettivi estranei agli interessi della collettività” L’analisi degli ispettori dell’Anac, come riporta il Corriere della Sera, ha preso in esame gli ultimi quattro anni di amministrazione comunale al Campidoglio, tra il 2011 e il 2014.
Sul periodo di governo Alemanno, che in due anni e mezzo ha speso più di cinque miliardi di euro, la relazione si limita a illustrare il dato del forte ricorso alle procedure negoziate: quasi due miliardi, il 36 per cento del totale, senza che vengano fornite giustificazioni.
Per quanto riguarda la Giunta Marino invece (1 miliardo e 364 milioni in un anno e mezzo) le procedure negoziate sono salite all’87 per cento del totale, anche se per un importo complessivo dimezzato o poco più”. Tra le due giunte, gli ispettori rilevano una differenza: “È come se — nell’analisi degli ispettori — il nuovo sindaco si fosse trovato ad agire in stato di necessità, ma senza rendersi conto del sistema che era stato costruito e agiva intorno a lui”.