L’agricoltura italiana rallenta. Secondo l’Istat nel 2014 il valore aggiunto dell’agricoltura ammonta a 31,5 miliardi di euro (a prezzi correnti), pari al 2,2% del Pil nominale. L’Istituto di statistica ha evidenziato che rispetto al 2013 si è registrata una forte flessione, pari al 6,6%, mentre il calo a prezzi costanti è del 2,2%. L’agricoltura – sottolinea l’istituto – ha registrato difficoltà anche dal lato dei prezzi dei prodotti venduti: il deflatore dell’output ha subito una caduta del 3,6% a cui ha corrisposto una contrazione dei margini. Sommando il settore agricolo con quello dell’industria alimentare, il cosiddetto comparto agroalimentare, si ottiene il 4% del valore aggiunto italiano e il 6% della produzione totale.
In termini occupazionali, nel 2014, l’agricoltura ha registrato un incremento dell’1,4% delle unità di lavoro dell’1,4%, con una crescita più forte per i dipendenti (+1,9%) rispetto a quanto registrato per gli indipendenti (+1,1%). Risultati positivi anche per l’industria alimentare, dove l’incremento delle unità di lavoro è pari allo 0,9%. Nel 2014 il calo più marcato della produzione ha interessato le coltivazioni legnose (-8,9%), mentre è stato contenuto per le coltivazioni floricole (-1,2%). L’unico comparto agricolo che ha segnato un pur modesto incremento della produzione è quello delle attività di supporto (+0,2% a prezzi costanti).