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La sfida degli agricoltori italiani alla globalizzazione

La Puglia chiama, la Sardegna risponde. La protesta degli agricoltori italiani arriva fin sotto i palazzi del potere. Problemi diversi, stesso nemico: la globalizzazione che mina il modello distintivo di agricoltura italiana. È per questo che si chiede una risposta concreta di tutela da parte delle istituzioni. Gli agricoltori pugliesi dell’ovicoltura, guidati da Coldiretti, chiedono sostegno per i danni subiti dalla Xylella, dalle gelate del febbraio-marzo 2018 e dalla concorrenza delle importazioni di olio low cost. Solo per quanto riguarda la Xylella si stimano danni per 1,2miliardi di euro e oltre 100mila posti di lavoro a rischio. Dal canto loro, i pastori sardi soffrono a causa dell’assenza di un prezzo equo riconosciuto per la produzione di latte ovicaprino. “Basti pensare che il prezzo oggi riconosciuto di 60 centesimi iva compresa non copre nemmeno i costi che l’azienda sostiene per l’alimentazione del bestiame, ma soprattutto non tiene minimamente in considerazione gli investimenti fatti in questi anni dalle stesse imprese”, afferma Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, intervistato da In Terris.

Qual è la vostra richiesta?
“Chiediamo venga fissato un prezzo che non possa essere inferiore ad 1 euro più iva. E soprattutto che sia un prezzo duraturo. Allo stesso modo chiediamo che venga messa mano ai disciplinari dei consorzi di tutela, ai quali è da attribuire una grave responsabilità di mancato controllo adeguato. Ed è paradossale che in questi consorzi siedano gli stessi imprenditori che, non solo producono pecorino romano, ma anche prodotti similari provenienti dalla Romania che fanno concorrenza al pecorino romano Dop. Di fronte a tutto ciò, serve chiarezza, certezza, trasparenza e una prospettiva per le imprese”.

Stamattina siete stati accolti in Viminale dal ministro Salvini. Come è andata?
“Ci fa piacere che il ministro Salvini si sia reso disponibile a riceverci. Voglio personalmente ringraziare il sottosegretario all’Agricoltura, Franco Manzato, e i presidenti delle Commissioni Agricoltura alla Camera e al Senato, Filippo Gallinella e Giampaolo Vallardi, i quali ci hanno accompagnati per cercare di dare in tempi brevi risposte ai bisogni delle imprese. E la convocazione del tavolo di giovedì alle 15 diventa la prima risposta concreta per affrontare il tema del prezzo riconosciuto ai pastori sardi”.

A spingervi in piazza, stamattina, è stata anche la crisi degli agricoltori in Puglia. Qual è la situazione e cosa chiedete?
“Era il motivo iniziale della manifestazione, perciò vanno ringraziati i produttori pugliesi che hanno deciso di accogliere in piazza i produttori di latte ovocaprino sardi. Per quanto riguarda la Puglia, ci sono due criticità da evidenziare, entrambe sull’ovicoltura. Il primo problema è la Xylella, che abbiamo presente sul quel territorio dal 2012: allora riguardava pochi ettari, oggi parliamo di centinaia di migliaia di ettari coinvolti nei quali, purtroppo, c’è un’assenza totale di produzione. E, ancora peggio, è stato fatto un danno di carattere ambientale, paesaggistico e territoriale che non ha precedenti nella storia del nostro Paese”.

Cosa avete ottenuto?
“La convocazione di un tavolo Stato-Regioni che stanzi le risorse per attuare il contenimento di questo batterio e, soprattutto, per evitare che possa estendersi anche in altre zone del Paese: rischio, questo, tutt’altro che da sottovalutare. C’è poi il problema delle gelate: verrà presentato un provvedimento e dal confronto che abbiamo avuto con le forze politiche si prevede venga approvato dalle Camere entro un mese. Esso dovrà portare al riconoscimento del danno che le aziende hanno subito inerente alle gelate del 2018”.

Che cifre ha stanziato lo Stato?
“Per quanto riguarda la Xylella si parla di una cifra superiore a 100milioni; per quanto concerne invece le gelate c’è un primo provvedimento di 5milioni per il conto-interesse per le imprese, ma è solo l’inizio perché questa cifra non è assolutamente sufficiente a risarcire il valore economico del danno subito. Basti ricordare che abbiamo perso il 60% della produzione a livello nazionale, il 70% nella sola Puglia”.

Giovedì è prevista sotto Montecitorio una manifestazione dei cosiddetti Gilet arancioni provenienti dalla Puglia. Come mai non si è riusciti a organizzare una protesta unitaria?
“Quando c’è condivisione le manifestazioni si possono anche fare insieme e lo testimonia la presenza stamattina tra noi dei pastori sardi. Per quanto riguarda i Gilet arancioni, noi riteniamo che sia più la necessità di qualche singolo di avere una visibilità di carattere personale. E noi non possiamo condividere percorsi che all’interesse delle imprese agricole antepongono la visibilità personale”.


Agricoltori pugliesi protestano a Montecitorio

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