Iongiurato il rischio di chiusura degli impianti dell'Ilva di Taranto il prossimo 9 gennaio: pur se il governatore della Puglia, infatti, non ha ritirato il ricorso al Tar di Lecce contro il decreto di Palazzo Chigi sul Piano ambientale, ormai tutti i ricorrenti hanno rinunciato alla richiesta di sospensiva cautealre. Una variabile che, qualora fosse andata in porto, avrebbe portato allo spegnimento degli impianti e a perdite economiche sicuramente ingenti. A informare del dietrofront è stato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda: “Anche la Regione Puglia dopo il Comune di Taranto ha depositato la rinuncia alla richiesta di sospensiva al Tar. E' un segnale positivo che scongiura il rischio spegnimento il 9 gennaio. Ora lavoriamo insieme per il ritiro del ricorso”.
Emiliano: “Il ricorso non verrà ritirato”
Non si è fatto attendere il commento del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il quale ha ripreso la questione del Piano ambientale e del ricorso presentato il quale, come spiegato dal governatore, è tuttora in piedi e “non verrà ritirato fino a che non verrà raggiunto un accordo sul piano industriale e ambientale tra tutte le parti del tavolo”. Nel tweet, tuttavia, si riscontra un'ulteriore nota polemica indirizzata nei confronti del ministro Calenda al quale, secondo Emiliano, “il Natale ha fatto bene” poiché, “dopo aver fatto saltare la riunione del 20 dicembre, adesso ha espresso il desiderio di lavorare con la Regione Puglia e il Comune di Taranto”.
Debiti e prospettive
Un tavolo, quello del 20 dicembre, che ha portato l'amministrazione straordinaria dell'Ilva al saldo dei debiti esigibili verso i fornitori dell'indotto pugliese, pari a 30 milioni di euro. Entro la giornata sono stati pagati tutti i crediti scaduti accumulati fino al 10 dicembre 2017. Stando a quanto comunicato dall'Ilva, l'ammontare “rappresenta la quasi totalità delle cifre esigibili mentre il pagamento di una piccola parte residuale avverrà a seguito delle verifiche necessarie previste, nei primi giorni di gennaio”. Come affermato dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, l'augurio è che “il prossimo incontro con il Governo porti alla redazione di un vero e proprio accordo di programma per l'aria di crisi di Taranto e si possano ricercare soluzioni sostenibili anche relativamente ai circa 115 milioni di crediti vantati dall'indotto locale all'origine della procedura”.