Tempo di missive fra l'Italia e l'Europa, con lo stallo portato dallo spettro dell'infrazione che spinge il premier Giuseppe Conte a scrivere a Bruxelles per fare qualche appunto alla politica comunitaria nei confronti dell'Italia. Destinatari, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk: “Ritengo che sia nostro dovere – ha scritto il presidente del Consiglio – aprire, adesso, senza ulteriore indugio, una fase costituente di governo delle nostre società e delle nostre economie, riconsiderando modelli di sviluppo e di crescita che si sono rivelati inadeguati di fronte alle sfide poste da società impoverite, attraversate da sfiducia, delusione, rancore”. L'auspicio del premier è che “prima che l'Unione Europea si trovi a dover affrontare nuove crisi finanziare sistemiche e globali, occorre una riflessione approfondita su come assicurare un effettivo equilibrio tra stabilità e crescita, tra riduzione e condivisione dei rischi. Sono poli dialettici, ma devono essere valutati insieme, devono essere tra loro adeguatamente bilanciati”. E precisa: “Come l'esperienza ha dimostrato – scrive ancora il premier – se sono posti in opposizione, se per assicurare la piena realizzazione dell'uno si sacrifica l'altro, si rischia di pagare un prezzo molto elevato per la coesione sociale ed economica dei singoli Stati membri, e, quindi, per la credibilità stessa del progetto europeo”.
La posizione
Nel mirino del premier, pur in una lettera descritta come bilanciata, finisce non solo la regoalmentazione interna ma anche l'applicazione delle tasse agevolate. Conte tuttavia sceglie la linea della moderazione, anche al termine di una giornata preparatoria a quello che sarà il confronto con il Consiglio europeo: “L'Italia, in quanto Paese fondatore della casa comune, avverte la piena responsabilità di coltivare un dialogo aperto e costruttivo con la Commissione europea. Lo ha dimostrato anche di recente, nel dicembre 2018 – scrive ancora il premier – allorché un intenso negoziato ha consentito di chiarire i dettagli della nostra manovra economica, il linea con le regole previste dal patto di stabilità e crescita. Adesso l'Italia viene nuovamente sollecitata a dare conto del rispetto di queste regole”. E in Cdm, Conte propone la bozza della legge di assestamento di bilancio che sarà varata il 26 giugno. Deliberato, a tal proposito, il previsto (in Manovra) taglio dei 2 miliardi come primo passo in vista di possibili ulteriori accantonamenti.