Le perplessità di Palazzo Chigi sui lavori di completamento del tratto italiano della Tav non fanno perdere i nervi alla controparte francese, anzi. Il ministro dell'Economia di Parigi, Bruno Le Maire, dopo aver incontrato il suo omologo italiano, Giovanni Tria, e il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha affermato: “Gli interrogativi di Luigi Di Maio” sulla Tav Torino-Lione “non mi scioccano, sono legittimi e li rispetto”. Del resto – ha aggiunto – “è un progetto che costa diversi miliardi di euro di cui bisogna garantire la redditività davanti ai contribuenti. Perciò aspettiamo la posizione ufficiale del governo italiano, siamo pazienti”. “Dobbiamo parlarne insieme – ha aggiunto il ministro transalpino – e la discussione è aperta”.
Sul tema della Tav è intervenuto stamattina alla trasmissione Agorà Estate il ministro dei Trasporti italiano, Danilo Toninelli. “Lo sa quanto costa un chilometro di Tav? Sessanta milioni In Italia contro i venti milioni francesi. I Foglietti e i Chiamparino dovrebbero rispondere a questa domanda: il differenziale di 40 milioni chi se l'è preso?”. Così ha affermato replicando ad una domanda sulle dichiarazioni del commissario di governo per l'opera e del governatore del Piemonte favorevoli all'opera. Toninelli, nel corso della trasmissione, ha ricordato di essere ''vincolato dal Contratto di governo'' che richiede di ridiscutere il progetto nell'ambito degli accordi con la Francia. “Per questo ho sentito immediatamente la mia omologa francese'' che – ricorda il ministro – appena si è insediato Macron ha fatto una verifica sull'opera: “Ha impiegato da giugno a febbraio, io ci metterò un po' di meno”. “È arrivata una forza politica che ci vuole vederci chiaro” – ha detto Toninelli spiegando che incontrerà il governatore e il commissario ''quando avrò dati scientifici”. Il ministro ha ricordato che la “Tav è nata 25 anni fa” ed è stato un “progetto per un numero di persone e di merci esorbitante”. Toninelli ha quindi aggiunto: “Non siete di fronte al rappresentante di una forza politica contro le grandi opere, ma dobbiamo imparare e dire grandi opere utili, che oggi sono soprattutto le grandi piccole opere diffuse sul territorio che danno da lavorare a persone locali”.