Matteo Renzi loda la corte Costituzionale che ha deciso di rinviare la pronuncia sull’Italicum per non interferire con il lavoro del legislatore e non influenzare il referendum sul ddl Boschi. “Il voto non riguarda la legge elettorale – ha commentato il premier -. E considero questo fatto molto positivo perchĆ© ora possiamo discutere nel merito della riduzione dei parlamentari, del superamento del bicameralismo perfetto, dell’abolizione del Cnel e dei poteri delle Regioni”.
Nel pomeriggio di lunedƬ i 15 componenti della ConsultaĀ si sono riuniti per la “lettura sentenze”, attivitĆ che precede il deposito: era la prima riunione dopo la pausa estiva, a cui seguirĆ la ripresa delle udienze e delle camere di consiglio. L’incontro ĆØ stato preceduto, in questi giorni, da confronti ristretti e scambi di vedute tra i giudici. L’occasione ha consentito di effettuare un ragionamento collegiale per arrivare a una decisione “largamente condivisa” benchĆ© assunta direttamente dal presidente. Una sceltaĀ che, da quanto filtra, non ĆØ dispiaciuta neppure al Quirinale.
Che una posizione definitiva maturasse prima del 4 ottobre non era scontato. L’ipotesi che la scelta del rinvio potesse essere assunta dopo l’udienza pubblica sull’Italicum era considerata molto probabile. Ha prevalso, invece, la linea dell’accelerazione, che evita, tra l’altro, il confronto tra le parti in udienza, dove le ragioni dei ricorrenti si sarebbero opposte a quelle dell’Avvocatura dello Stato, per conto della Presidenza del Consiglio, con l’effetto di incardinare il dibattito. Il decreto del presidente Grossi non conterrebbe, da quanto risulta, specifiche ed esplicite motivazioni.
Ma la decisione ĆØ legata soprattutto all’esigenza di non interferire con il lavoro del legislatore, in una fase in cui ĆØ emersa una volontĆ politica di mettere mano all’Italicum, dichiarata dallo stesso Renzi, e giĆ sono state presentate mozioni in tal senso in parlamento. Non solo. Tra qualche settimana si voterĆ per il referendum costituzionale: una qualsiasi decisione ora sull’Italicum da parte della Corte poteva suonare come una promozione o una bocciatura anticipata dell’intero pacchetto di riforme.