La corte di Cassazione “resuscita” l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ma solo per i dipendenti pubblici. Piazza Cavour, “all’esito di una approfondita e condivisa riflessione”, con la sentenza n. 11868 della Sezione Lavoro, ha stabilito che agli statali non possa essere applicata la “legge Fornero”.
Gli ermellini sono intervenuti su una questione dibattuta da tempo dando sostanzialmente ragione al governo che, tramite il ministro della Pa, Marianna Madia, ha sempre tenuto a precisare che né la riforma varata dall’esecutivo guidato da Mario Monti, né il successivo Jobs Act hanno inciso sull’applicabilità dell’articolo 18 al pubblico impiego.
Per chi lavora negli uffici dello Stato, dunque, restano intatte le garanzie previste dalla legge 300 del 1970, compresa la reintegra in caso di licenziamento senza giusta causa. Il trattamento diverso, rispetto ai dipendenti privati, secondo il governo è giustificato dalla differente natura del datore di lavoro.
Per mettere fine a possibili diverse interpretazioni l’esecutivo resta dell’idea di intervenire, da quanto si apprende, con una norma che chiarisca l’esclusione degli Statali dalle nuove regole. La precisazione dovrebbe trovare spazio nel testo unico del pubblico impiego, in attuazione della riforma della Pa. Un impegno in questo senso era stato preso alla fine dello scorso anno da Madia, dopo una sentenza della stessa Cassazione che allora, però, sembrava dire il contrario, ovvero che le modifiche della Fornero valevano anche per gli statali. Ora tutto sia riallinea.