Dopo l’approvazione dell’emendamento sull’articolo 18 in commissione Lavoro alla Camera, il governo difende il provvedimento e attacca Cgil e Uil decise a scioperare il 12 dicembre. “Rispetto alle motivazioni portate sui temi della legge di stabilità e del Jobs act, ritengo che non ci siano le motivazioni per una decisione così importante, come lo sciopero generale” ha chiarito il ministro del Lavoro Poletti.
Oggetto del contendere restano le tutele dell’articolo 18 che il testo esaminato ieri garantisce solo per i licenziamenti discriminatori e soltanto per alcune fattispecie di lavoro che il governo definirà con futuri decreti attuativi. Per i licenziamenti economici invece è previsto solo un indennizzo commisurato al tempo di servizio del lavoratore.
Quadra trovata dunque, almeno all’interno del patto di governo, e oggi secondo il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano sarà possibile arrivare a una chiusura: “Un passo avanti è stato fatto – ha spiegato il deputato Pd – ciò detto le decisioni dei sindacati sono sempre legittime”.
Il compromesso di ieri fa felice l’Ncd ma irrigidisce la sinistra del partito democratico. I Civatiani hanno annunciato la presentazione di altri otto emendamenti tra i quali quello che prevede l’estensione del bonus di 80 euro ad altre categorie. Contrari al voto anche Sel e M5s.