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Jobs Act, i vescovi italiani bacchettano il governo

“Io ho l’impressione che ci sia troppa gente ancora nei sindacati e nella politica che, piuttosto che badare ai contenuti e alle soluzioni che la gente si aspetta, bada a tenere alto il numero dei propri iscritti. Finché continuerà questo tipo di mentalità, io la vedo dura”. Lo ha detto mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, nella conferenza stampa al termine dei lavori del Consiglio permanente. “La Chiesa pensa – ha affermato – che bisogna guardare con più realismo alle persone che non hanno lavoro e che cercano lavoro. Il dibattito su ‘art.18 sì, art.18 no’ è meno centrale e io vi vedo troppe bandiere che sventolano”.

Mons. Galantino ha dichiarato di essere preoccupato “quando i temi decisivi vengono posti sul piano dello scontro” perché “il problema non va affrontato solo in termini di scontro altrimenti ci saranno morti da una parte e dall’altra e soluzioni a mezz’aria che non risolvono il problema del lavoro che è drammatico”. E’ vero, ha aggiunto, “che i sindacati vanno ahimè nella direzione del conservatorismo, ma bisogna guardare ai contenuti” e dire basta agli slogan.

Tra i temi affrontati dal segretario Cei anche quello della scuola la quale “richiede un intervento che non può essere quello che il governo sta mettendo in campo”; la scuola e la formazione, infatti, “sono ormai ridotte a una specie di bancomat pret a porter: quando servono i soldi si sa dove prenderli”. Mons. Galantino ha sottolineato che i vescovi non partecipano al dibattito se Renzi sia simpatico o meno; piuttosto dicono che la famiglia non sembra essere messa “al centro della politica italiana”.

Riguardo agli abusi sessuali commessi da alcuni sacerdoti ha osservato che la Chiesa, con grande coraggio, decisione e impegno, “sta dicendo cosa bisogna fare di fronte a questa piaga”. Così, ha ribadito, “passa il messaggio chiaro di papa Francesco, sulla scia di Giovanni Paolo e Benedetto XVI”, che la pedofilia è “un crimine” e non c’è nessuna possibilità di sottovalutarlo e di passarla liscia”. “Tutti quanti – ha concluso – sono felicissimi quando beccano un prete o un vescovo che ha commesso questo tipo di crimine e siamo felici anche noi che venga messo subito fuori ma mi chiedo: per tutta l’altra percentuale di pedofilia che è in giro che cosa si sta facendo, i giornali che cosa stanno facendo?”.

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