La commissione Lavoro ha approvato stamani i commi 5 e 6 della delega sul lavoro, quelli che riguardano tra le altre cose la semplificazione delle procedure per l’assunzione. Lo ha detto il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, uscendo dalla commissione. L’attività si sta svolgendo “positivamente secondo i tempi previsti”: così il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, ha commentato l’approvazione dei commi 5 e 6 e ha confermato che dalle 14 si inizierà ad esaminare il comma 7, quello sul quale dovrebbe arrivare la riformulazione dell’emendamento del governo sull’art.18 dello statuto dei lavoratori. “Stiamo facendo – ha concluso – un buon lavoro parlamentare”.
L’emendamento al comma sette prevede l’introduzione del contratto a tutele crescenti per recepire l’accordo raggiunto all’interno del Pd sui licenziamenti disciplinari. Ma si è subito scatenata l’ira di Ncd perché il nuovo testo non corrisponderebbe a quanto concordato. Il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova ha parlato di “riformulazione” senza novità ma ha spiegato che nella delega sarà inserita la previsione della reintegra nel posto di lavoro in caso di licenziamenti disciplinari “per un motivo dichiarato da un giudice nullo o inesistente” (con le fattispecie da chiarire nei decreti delegati). Il capogruppo Ncd, Maurizio Sacconi ha immediatamente replicato che l’emendamento “non corrisponde a quanto concordato. Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo – ha detto – ce ne andremmo dalla Commissione e si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza”. Per Ncd, infatti, in caso di licenziamenti giudicati illegittimi la regola dovrebbe essere l’indennizzo economico con il mantenimento del reintegro solo nei licenziamenti discriminatori e in casi molto limitati di licenziamenti disciplinari.
“Non c’è nessuna forzatura, siamo persone serie, non faccio il gioco delle tre carte – ha risposto Bellanova – dobbiamo stare calmi e sereni. Per i licenziamenti disciplinari ingiustificati sarà previsto il reintegro ma le fattispecie le scriveremo nei decreti delegati”. Il conflitto che si era aperto al Senato e che alla fine aveva prodotto un testo di delega ampio e senza nessun riferimento all’articolo 18 (si parlava appunto solo di tutele crescenti) con la preoccupazione della minoranza Pd si è quindi trasferito alla Camera dove inserendo la reintegra per i licenziamenti disciplinari ingiustificati per ricompattare il Pd si rischia di rompere con Ncd. E Gianni Cuperlo intanto spiega che aspetta di “vedere quale testo arriverà all’attenzione dell’aula. Se il testo fosse rimasto quello del Senato io non l’avrei votato”.
Mentre sull’eventuale tema della fiducia sul jobs act il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha detto che “come abbiamo sempre ribadito, è legato ai tempi di approvazione” del provvedimento stesso. Il calendario dei lavori della Camera – ha ricordato il ministro – prevede che il 26 novembre si concluda la discussione. Se le modalità, i tempi di lavoro, il numero degli emendamenti, le tecniche parlamentari porranno il problema di come chiudere il 26, a quel punto si valuteranno le cose da fare, ma per noi – ha ribadito – l’elemento fondamentale è far partire, all’inizio dell’anno, il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, in modo che possano essere utilizzate le risorse messe nella legge di stabilità, destinate a fare in modo che in Italia cresca il numero dei contratti a tempo indeterminato”.