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Ius soli, Renzi frena, Pisapia attacca: “Chi non lo vuole non è di sinistra”

A settembre Pd e governo faranno un nuovo tentativo per lo ius soli. Ma Matteo Renzi ammette per la prima volta che le possibilità di portare a casa la legge sulla cittadinanza ai bambini stranieri sono “decisamente ridotte“. “Bravo Matteo, non è il momento di fare questa riforma”, gioiscono i centristi di Ap, che a giugno hanno indotto Paolo Gentiloni allo stop. Ma da sinistra insorge Mdp, che accusa il segretario dem di una “retromarcia” dettata da calcoli elettorali e minaccia di uscire dalla maggioranza. E anche Giuliano Pisapia, di solito prudente, attacca: “Chi è di sinistra non può avere dubbi sull’esigenza di approvare la legge dello ius soli entro la fine della legislatura“.

Da tempo nel Pd, anche tra i renziani, c’è una corrente di pensiero secondo cui la linea sull’immigrazione avrebbe dovuto essere da subito più dura. Ma se il segretario dem nel suo libro parla per la prima volta di numero chiuso per i migranti, assicura di non aver cambiato idea sulla necessità di approvare la legge per dare la cittadinanza ai bambini che studiano in Italia. E il Pd respinge come “strumentali” le accuse di chi vede nelle parole di Renzi sulla possibilità che in questa legislatura non se ne faccia niente, la volontà di frenare una legge che rischia di far perdere voti al centro.

“I numeri al Senato sono quelli che sono, ma noi completeremo il lavoro sulla riforma“, afferma il capogruppo Ettore Rosato. E Renzi rinvia la decisione a Gentiloni: “Noi saremo al fianco del governo”. Ma la via è assai stretta, i centristi hanno chiesto modifiche al testo: senza i loro voti, un’eventuale fiducia non può passare. E la speranza degli alfaniani è che alla fine non se ne faccia niente. E infatti Laura Bianconi, presidente di Ap al Senato, afferma che non è il momento per fare una legge che i cittadini, spaventati dall’emergenza migranti, non capirebbero.

Sullo ius soli però si gioca una partita a sé nel centrosinistra. Il tema, afferma Pisapia, segna uno spartiacque tra chi è di sinistra e chi non lo è. Ed Mdp è pronto a far barricate perché il via libera alla legge ci sia entro la fine della legislatura. I bersaniani sono già pronti a “brandire” un eventuale rinvio contro il Pd nella ormai vicina campagna elettorale, per dimostrare che, come dice Miguel Gotor, “il partito di Renzi è ormai di centro”. “Il tempo ci sarebbe ma Renzi fa retromarcia, gli manca il coraggio“, dice da Mdp Federico Fornaro. “Alla ripresa, le scelte sulla politica economica e, a questo punto, anche il destino di una legge di civiltà come lo ius soli, saranno il metro per misurare la distanza tra noi e il governo”, avverte il capogruppo di Articolo 1 alla Camera, Francesco Laforgia. E tiene così viva l’ipotesi che i bersaniani in autunno escano dalla maggioranza, con una mossa sulla quale però Pisapia e gli uomini a lui vicini nutrono parecchi dubbi. La minaccia, però, non turba il Pd: “Già ora Mdp vota regolarmente contro il governo – fa notare Rosato – non credo che abbiano bisogno di una nuova polemica agostana per continuare a farlo”.

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