Con la battaglia elettorale già ampiamente iniziata, specie dopo le parole di Matteo Salvini a Pontida, continua a tenere banco il ddl sullo Ius soli, slittato a data da definire dal calendario del Senato. Una sfida ritenuta importante dal governo in corso di legislatura e che, nei giorni scorsi, ha scatenato le reazioni del mondo politico tra chi ne invoca l’attuazione a breve e chi il contrario. Ancora impegnato nella dura sfida sull’immigrazione, il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha invocato dal “Cortile di San Francesco”, concluso ieri ad Assisi, l’approvazione a Palazzo Madama del decreto entro la fine di questa legislatura: “Non posso lasciare le chiavi della nostra democrazia ai trafficanti di uomini. Il 97% dei migranti viene dalla Libia ma non c’è un libico negli sbarchi. Vuol dire che c’è una gestione criminale che devo sconfiggere. E devo tener presente che esiste un limite all’accoglienza: la capacità di integrare”.
Ravasi: “Accoglienza non è accumulo di persone”
A questo proposito, però, il capo del Viminale ha affermato che non vi sono rapporti tra gli sbarchi dei migranti e lo Ius soli: “Ci sono due diritti fondamentali: quello di chi è accolto e quello di chi accoglie. Una democrazia che ascolta solo l’uno o l’altro non sta in un giusto equilibrio… Bisogna fare ogni sforzo per approvarlo entro la legislatura… ma gli sbarchi sono cosa ben diversa”. Sulla stessa linea di pensiero anche il card. Gianfranco Ravasi, intervenuto anche’egli nella città umbra: “L’accoglienza è una realtà complessa e delicata, non è l’accumulo di persone. Deve assicurare all’altro la possibilità di conservare le sue memorie. Dobbiamo abbandonare il luogo comune, lo stereotipo, della volgarità del populismo e avere una comprensione dei problemi. I problemi complessi non possono essere risolti con una battuta estremamente buonista e neppure con vacuità e brutalità delle risposte”.
Prodi: “Ius soli non è altamente permissivo”
Al pensiero di Minniti, che separa il tema degli sbarchi con quello del ddl, si è allineato anche Romano Prodi, intervistato a ‘Circo Massimo’, su Radio Capital. Secondo l’ex premier, approvarlo entro la fine della legislatura è possibile ma occorre “un lungo lavoro pedagogico, spiegando che non c’entra niente con gli sbarchi di oggi. Lo Ius soli non è una legge altamente permissiva”. Per quanto riguarda la politica adottata dal ministro dell’Interno, Prodi ha affermato che, finora, “ha dato buoni risultati”, spiegando che “bisogna ritrovare una politica europea per l’Africa intera. Europa e Cina dovrebbero cooperare per lo sviluppo africano”.