“Ius soli? Mi auguro sia approvato prima dell’estate”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, a “Un giorno da pecora” (Radio Uno) rispondendo a una domanda sul ddl recentemente incardinato a Palazzo Madama tra le proteste della Lega. Grasso ha ricordato che il Carroccio ha presentato 50 mila emendamenti, “fatti con intenti ostruzionistici. Bisognerà superare questo calcolo”.
A complicare la partita sul disegno di legge che consentirebbe a migliaia di giovani nati in Italia da genitori stranieri di acquisire la cittadinanza ci pensa, però, ancora una volta il Movimento 5 Stelle. In un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo si legge: “C’è solo una cosa da fare: fermarsi e chiedere un orientamento alla Commissione Ue, coinvolgere nel dibattito anche il Parlamento Ue e il Consiglio. Discutere di cittadinanza senza una concertazione a livello europeo è propaganda, è fumo negli occhi dei cittadini”. In tutta l’Ue, prosegue l’articolo, “la cittadinanza si acquisisce principalmente attraverso lo ‘ius sanguinis’. In nessuno Stato europeo esiste lo ‘ius soli puro'”. In particolare viene ricordato che l’articolo 20 del Trattato di funzionamento dell’Unione europea dice: “‘E’ istituita una cittadinanza dell’Unione. È cittadino dell’Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. La cittadinanza dell’Unione si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce’. Concedere lo ius soli in Italia ha, dunque, delle conseguenze anche sulla vita civile e democratica di altri Stati membri. Sulla base di questo presupposto e secondo il buon senso, la cittadinanza andrebbe regolata in maniera univoca per tutti i Paesi dell’Unione europea, visto che una volta acquisita la cittadinanza di uno dei 28 Paesi si può risiedere liberamente in ognuno di questi”.
E nel post si osserva: “in Europa vi sono diverse versioni che cambiano da Stato a Stato e che rendono temperato o più o meno rigido il principio di base, che rimane ovunque quello dello ius sanguinis. In Germania lo ius soli è temperato da paletti sostanzialmente rigidi. In Olanda, Francia, Belgio, Portogallo e Spagna, come in l’Italia, si applica sostanzialmente uno ius sanguinis con alcuni correttivi e lo ius soli è debole. In altri Paesi, non europei, lo ius soli esiste da sempre, ma si tratta di Paesi come Stati Uniti, Argentina, Brasile e Canada con una fortissima immigrazione ma, al contempo, con un territorio in grado di ospitare una popolazione maggiore di quella residente”.
Il Parlamento europeo, si legge ancora sul blog, “sta discutendo la riforma del sistema di asilo comune: un provvedimento necessario per l’Italia per condividere con gli altri Paesi europei le migliaia di domande di asilo che arrivano. Chiediamo che lo stesso dibattito avvenga per la cittadinanza parallelamente all’unica riforma che serve subito all’Italia: la cancellazione del Regolamento di Dublino, un accordo illegale – come ha dichiarato anche l’avvocato generale della Corte Ue – e che ha trasformato l’Italia nel campo profughi d’Europa. Il Pd ritiri il pastrocchio dello ius soli”.