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Italia in regola: stop alla procedura d'infrazione

Non ci sarà nessuna procedura d'infrazione per l'Italia: lo ha deciso il collegio dei commissari europei nel giorno della staffetta all'Europarlamento tra Antonio Tajani e David Sassoli, rendendo ancora più serena la giornata comunitaria italiana. Obiettivo centrato, quindi, con le rassicurazioni dell'assestamento di bilancio e il congelamento delle minori spese di reddito e quota 100 che hanno convinto Bruxelles ad accantonare le raccomandazioni all'Ecofin e a stoppare l'avvio della procedura a carico del nostro Paese, paventata in seguito ai numeri che parlavano di un deficit in eccesso dopo l'approvazione della Manovra: “Avevamo posto tre condizioni – ha spiegato il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici -: dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 da 0,3 e ottenere garanzie sul bilancio 2020. Il Governo ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni”.

Conti in asse

A fronte di quanto garantito dall'Italia, per Moscovici “la procedura per debito non è più giustificata”. Il che, in sostanza, significa la chiusura di una querelle andata avanti per mesi e che, a più riprese, ha portato Roma e Bruxelles sul terreno del confronto acceso che, nonostante i toni alti, è comunque riuscito a non toccare quello dello scontro. Quanto ai dettagli del piano di assestamento, Moscovici ha fatto sapere che “grazie all'insieme delle misure adottate dal governo, l'Italia rispetterebbe complessivamente le regole del Patto nel 2019 sullo sforzo strutturale”, sottolineando che, in vista della Manovra-bis, il governo ha garantito “un aggiustamento strutturale significativo”, con obiettivo 2020. Il tutto, ha detto ancora il commissario francese, redatto in una lettera “firmata da Conte e Tria, anche se i dettagli arriveranno in ottobre con il progetto di legge di bilancio”.

Sette miliardi sul piatto

Il disegno di assestamento, nonostante Bruxelles avesse parlato di un margine più ampio, l'Italia ha ridotto notevolmente le discrepanze con gli standard comunitari e, per questo, evitato di arrivare ai ferri corti sulla questione dei conti. Il premier Giuseppe Conte, che negli ultimi giorni ha mediato e fornito rassicurazioni, aveva parlato di un'Italia capace di mettere “sul piatto oltre 7 miliardi di euro che ci consentono di dire che siamo in linea con le previsioni del famoso 2,04% di deficit/pil nel 2019″, utile a direzionare il bilancio (almeno quello relativo all'anno in corso) su numeri più consoni ai dettami dell'Unione. E sul lavoro svolto da Conte si è espresso con gratitudine anche il vicepremier Luigi Di Maio, il quale ha fatto le sue congratulazioni al presidente del Consiglio “per il lavoro svolto ai tavoli europei. È stata evitata una procedura di infrazione che sarebbe potuta ricadere sul Paese, per colpa del Pd. L'Italia non la meritava e l'annuncio di oggi rende giustizia all'Italia e a questo governo”.

DM

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