Aumenta il clima di fiducia delle imprese italiane: a dirlo è l’Istat, che registra miglioramenti in tutti i settori, dal manifatturiero, ai servizi di mercato, dalle costruzioni e del commercio al dettaglio.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica, l’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere a ottobre sale al 96,0, dallo 95,5 di settembre. I giudizi sugli ordini migliorano lievemente, mentre le attese di produzione rimangono stabili: il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino rimane invece invariato. Il miglioramento c’è stato, in particolare, sui beni di consumo, sugli intermedi, mentre sui beni strumentali c’è una sostanziale stabilità. L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione sale a 77,5 da 75,5 di settembre, migliorano inoltre le attese sull’occupazione ma peggiorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione.
Se da un lato la rinnovata fiducia nelle imprese fa ben sperare per una possibile ripresa dell’intera economia, dall’altro i numeri forniti da Coldiretti sul taglio della spesa per le famiglie del Mezzogiorno portano in una direzione diversa. Secondo l’organizzazione tre famiglie su quattro, il 77%, a causa della crisi nel 2013 hanno messo in atto strategie di contenimento della spesa, riducendo la qualità o la quantità di almeno uno dei generi alimentari acquistati, contro un dato nazionale del 65%.
“Per la prima volta – sottolinea Coldiretti – le famiglie del Sud Italia hanno speso meno per mangiare rispetto a quelle del Nord, invertendo una tendenza storica che vedeva le regioni meridionali destinare all’alimentare una parte maggiore del proprio budget rispetto a quelle settentrionali”. Nel 2013 le famiglie del Mezzogiorno, rileva la Coldiretti, “hanno speso in media 455 euro al mese per il cibo, con un calo del 3 per cento rispetto all’anno precedente, contro i 458 euro del Nord, a testimonianza del fatto che la crisi ha colpito più duramente al Sud”.