L’Istat ha rivisto al rialzo la crescita del primo trimestre del 2017, con il Pil che balza allo 0,4% sui precedenti tre mesi e all’1,2% su base annua. Le prime indicazioni dell’Istituto, diffuse a metà maggio, davano il Prodotto interno lordo a +0,2% a livello congiunturale e a +0,8% in termini tendenziali. La revisione, a sorpresa, è dovuta, spiegano dall’Istat, all’integrazione nei dati della buona performance dei servizi.
L’Istat rileva che il primo trimestre del 2017 ha avuto due giornate lavorative in più sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al primo trimestre del 2016. La variazione acquisita per il 2017 è pari a 0,9%.
Rispetto al trimestre precedente, i principali aggregati della domanda nazionale hanno registrato una crescita dello 0,5% dei consumi finali nazionali e un calo dello 0,8% gli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono aumentate dell’1,6% e le esportazioni dello 0,7%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per 0,3 punti percentuali alla crescita del pil (0,3 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (Isp), 0,1 la spesa della pubblica amministrazione (Pa) e -0,1 gli investimenti fissi lordi).
Anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil (0,4 punti percentuali), mentre l’apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,2 punti percentuali. Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto di agricoltura (+4,2%) e servizi (+0,6%), mentre quello dell’industria risulta negativo (-0,3%).
“#Istat Riviste al rialzo le stime per il 2017. L’Italia cresce più del previsto e l’impegno continua” ha commentato su Twitter il premier Paolo Gentiloni.
Per Matteo Renzi “i dati di ieri e di oggi dell’Istat dimostrano che con la flessibilità ottenuta nei Mille Giorni e con le riforme fatte, l’economia riprende fiato”. Sulla sua pagina Fb il segretario del Pd parla di risultati “figli degli anni di lavoro serio e rigoroso che abbiamo alle spalle”.
Con la revisione delle stime sul Pil l’Italia recupera anche a livello europeo. Il +0,4% congiunturale e il +1,2% tendenziale non vedono più l’Italia isolata, fanalino di coda. L’Istat infatti, diffondendo i conti trimestrali, riporta anche i dati relativi agli altri Paesi. Svetta la Germania (+0,6% e +2,9% su anno), ma la Francia fa come noi a livello congiunturale (+0,4%) e peggio su base annua (+1,0%). Restiamo però sotto la media dell’Eurozona (+0,5% e +1,7% annuo).