L'inchiesta sull'alluvione di Livorno, avvenuto il 10 settembre scorso, accende i riflettori sul sindaco labronico, Filippo Nogarin: il primo cittadino, infatti, sarebbe indagato per l'ipotesi di reato di concorso in omicidio colposo, in relazione alla morte degli 8 livornesi rimasti vittima dell'allagamento della città. A darne notizia è stato lo stesso Nogarin, attraverso un post pubblicato su Facebook: “Questa mattina sono stato interrogato dai pubblici ministeri di Livorno che stanno indagando sull’alluvione. Mi è stato comunicato di essere indagato per concorso in omicidio colposo”. Il sindaco, tuttavia, si è detto non sorpreso dell'improvvisa deriva dell'indagine: “Non sono stupito visto che, in quanto sindaco, sono il diretto responsabile della Protezione civile comunale. Io so di aver operato nel massimo rispetto delle leggi e delle procedure ma è chiaro che davanti alla morte di 8 persone gli investigatori debbano approfondire ogni dettaglio ed esaminare la condotta di ciascuno degli attori in campo quella notte e non soltanto.L’ipotesi di accusa è molto pesante, sarei un irresponsabile e un pazzo se la sottovalutassi”.
“Continuerò a lavorare”
In merito alla versione fornita ai magistrati, Nogarin ha spiegato di aver dato “tutte le risposte e le spiegazioni che mi sono state richieste e sono a completa disposizione per chiarire loro, anche nei prossimi giorni, ogni eventuale dubbio”. E, parlando del peso specifico dell'indagine a suo carico, ha affermato che “questo è un momento per me molto difficile, sia come sindaco che come uomo. Ma voglio rassicurare i miei concittadini: continuerò a lavorare con il massimo impegno e dedizione anche nei prossimi mesi per portare a compimento quel percorso di miglioramento della città di Livorno, che abbiamo cominciato ormai 3 anni e mezzo fa”.
Il precedente
Quella sull'alluvione della città toscana non è la prima indagine nella quale viene coinvolto il primo cittadino: nel maggio 2016, infatti, il suo nome rientrò nell'inchiesta sulla gestione dell'Aamps, la società che gestisce la nettezza urbana del centro labronico, al 100% sotto il possesso del Comune di Livorno, finita successivamente in concordato preventivo. Anche in quel caso, era stato lo stesso sindaco (al quale fu notificata un'informazione di garanzia) ad annunciare l'inchiesta.